VOCE
L'INTERVISTA
06.03.2020 - 18:58
ROVIGO - Isabella Sgarbi, dirigente scolastico dell'IIS Viola-Marchesini di Rovigo, fa il punto sull’anno scolastico, costretto a uno stop forzato. ”La formazione per quanto riguarda la sicurezza è una pratica che va avanti da anni, basti pensare a tutte le simulazioni che in classe vengono fatte per insegnare ai ragazzi come reagire in caso di incendio o di terremoto. Una cosa di questo tipo non era assolutamente prevedibile" racconta.
Senza temporeggiare, la preside affronta subito l’argomento delle lezioni online. "Le questioni che si aprono parlando di didattica a distanza sono diverse. In primis il fatto che i nostri piani dell'offerta formativa non la prevedono come strumento ordinario e, in secondo luogo, il fatto che non tutti i docenti sono, allo stato, in grado di utilizzarla o di utilizzarla compiutamente. Un docente per essere in grado di impartire la propria formazione deve essere ben sicuro dei suoi metodi e delle sue strategie. Una volta imparato come si utilizza questo strumento non è immediato saperlo sfruttare a pieno: ci vogliono tempo e pratica. Non pretendo che i miei docenti in tempi brevi imparino ad utilizzarlo. È qualcosa di cui sicuramente bisogna tener conto per il prossimo anno scolastico. Da questo momento in poi bisogna fare un serio ragionamento per vedere di implementare queste modalità".
Poi una riflessione sulle lavagne Lim."Forse tutta la formazione che abbiamo fatto sulle Lim ci ha anche fatto perdere del tempo che avremmo potuto sfruttare per imparare ad utilizzare lo strumento delle lezioni online. Con il tempo abbiamo visto che le lim non sono così utili e così performanti come ci aspettavamo. Anche il ministero, con il passare del tempo, ha posto meno l'accento su questo strumento e dato maggior peso alla didattica a distanza”. "Il discorso sulla valutazione è molto delicato. Allo stato noi non potremo considerare valida o comunque determinante una valutazione che venga data attraverso questo strumento dato che non sappiamo nemmeno verificare se è stato effettivamente il ragazzo a produrre il compito o il disegno o se, invece, è stato qualcun altro al posto suo. Chiaramente il discorso si complica per le scuole del primo ciclo”.
La necessità di non fermarsi con il programma mentre le scuole sono chiuse resta, come vi state organizzando? “Tutte le scuole hanno un team digitale, un gruppo di persone che organizzano attività, formazione e che danno consigli ai colleghi. In questo momento quasi tutti i presidi hanno scritto ai propri studenti che si colleghino con il registro elettronico e attraverso questo strumento i ragazzi resteranno collegati e aggiornati, grazie allo scambio di materiale con i docenti. I materiali non riguarderanno solo attività di recupero o di approfondimento ma affronteranno anche nuovi temi e nuove unità di apprendimento. Questa è una cosa che può essere fatta tranquillamente quando si vuole durante la giornata, forse sarebbe una buona soluzione anche per quegli alunni insofferenti verso l’orario di inizio delle lezioni” conclude, scherzando.
E, infine, un consiglio a tutti gli studenti che, in questi giorni, sono a casa. “Il mio consiglio è di vedere questo stato di emergenza come un modo per riflettere anche sulla fragilità umana. Spesso diamo per scontato l’onnipotenza dell’uomo rispetto alle tecnologie, c’è invece bisogno di tanta umiltà e di rendersi conto dell’importanza fondamentale di servizi come la scuola e il servizio sanitario nazionale. Sono servizi fondamentali per uno Stato e, per questo, la valorizzazione del personale all’interno dovrebbe essere maggiore”
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