VOCE
LA LETTERA
28.03.2020 - 12:12
L’emergenza di questi giorni sta cambiando le nostre abitudini, i nostri ritmi di vita, i luoghi nei quali eravamo abituati a trascorre gran parte del nostro tempo.
S
tiamo riscoprendo lo stare in famiglia: il condividere per intere giornate lo stesso spazio con i propri familiari, la propria moglie, il proprio marito, i figli che non vanno a scuola e che debbono usare le nuove tecnologie per continuare il proprio percorso formativo (confrontandosi con nuove modalità di partecipazione senza i vincoli fisici della presenza in aula, ma con l’impegno personale).
Anche il lavoro sta cambiando, almeno in parte: il telelavoro è ormai sdoganato e sembra possa essere una modalità utilizzabile anche dopo questa emergenza.
Scopriamo l’efficienza del nostro sistema sanitario, l’abnegazione e la professionalità del personale impegnato nei nostri ospedali, nelle case di riposo e nel territorio, ma anche i limiti determinati dalla quantità di vittime del contagio, la complessità nel reperimento dei sussidi medici, degli strumenti tecnologici e dell’approntamento di strutture straordinarie nelle quali accogliere ed assistere tutti coloro che ne hanno la necessità.
Ci sentiamo minacciati e la durata dell’emergenza aumenta questo stato d’animo; il susseguirsi dei provvedimenti che introducono limiti alle nostre abitudini e libertà, e le comunicazioni degli organi di informazione aumentano la presa di coscienza del fatto che la situazione è difficile.
Questo rafforza la consapevolezza e il senso di responsabilità verso se stessi e verso le altre persone.
Abbiamo riscoperto cosa è veramente necessario, abbiamo parlato a persone che non sentivamo da tempo, abbiamo realizzato l’utilità dei negozi di vicinato e la casa non è più solo un luogo in cui stare qualche ora della giornata.
Tutto questo ci cambierà? Di sicuro stanno cambiando i luoghi della nostra vita, i luoghi del lavoro, dello svago, il nostro modo di muoverci e partecipare, cambia la nostra città e il modo in cui noi siamo nella città.
Ci vorrà del tempo per tornare alla vita di prima, ma sarà un bene non tornare a quella vita di prima con i suoi sprechi, le sue disparità sociali, le regole dell’economia e della finanza; cambieranno anche gli stessi rapporti tra Stati e il nostro essere europei e cittadini del mondo.
Scopriamo di vivere in un mondo piccolo, dove la velocità delle connessioni ci rende tutti vicini; non ci sono frontiere in grado di fermare questa malattia e fino a che non avremo trovato la cura la migliore difesa è quella di fare terra bruciata attorno a lui, perché non sopravviva, perché si estingua in un habitat ostile.
Questa mattina, un anziano signore mi ha detto: “ai nostri nonni hanno chiesto di andare in guerra, a noi chiedono solo di stare in casa, in fondo non possiamo lamentarci”.
Quella generazione è stata segnata da un’esperienza drammatica, dalla quale è uscita dopo grandi sofferenze consegnandoci una società migliore di quella in cui loro avevano vissuto; anche noi che viviamo questa esperienza, sicuramente non confrontabile con la loro, ma che resterà nella nostra memoria personale e collettiva, dobbiamo uscirne più forti e fare la nostra parte perché la nostra città sia più bella.
Bisognerà affrontare molti problemi; ricostruire una nuova capacità produttiva utilizzando anche le nuove modalità di lavoro, una migliore distribuzione dei servizi pubblici e del commercio e dare una nuova dimensione ai nostri quartieri e frazioni per una città rinnovata, risolvendo i problemi già presenti prima del Covid 19 e quelli che resteranno quando questa epidemia sarà finita.
Non dobbiamo tornare ad essere quello che eravamo prima, dovremo essere migliori, più disponibili ad impegnarci per obiettivi comuni.
È necessario (anche se non sarà sufficiente) avere una buona Amministrazione in grado di dare risposte adeguate a questa nuova prospettiva, ma sarà anche (e soprattutto) necessario l’impegno di tutti per trovare un nuovo equilibrio proteso verso un futuro migliore.
Federico Saccardin
Coordinatore del Forum dei Cittadini
Coalizione Civica per Rovigo
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