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IL FEMMINICIDIO DI ADRIA

A ottobre il processo per la morte di Giulia: "L'ha uccisa con premeditazione"

Si va in aula il 9 ottobre, l'aggravante è stata confermata

"Addio, amore mio": lo straziante video della sorella di Giulia

Da sinistra, Giulia Lazzari, 23 anni, con la sorella Deborah

ADRIA - Si andrà in aula il 9 ottobre prossimo, sempre che, come si spera, il livello di allarme per il coronavirus si sia abbassato quel tanto che basta a tornare a un livello accettabile di normalità. Si andrà in aula esattamente un anno e un giorno dopo quell'8 ottobre del 2019 che avrebbe visto, ad Adria, nella loro abitazione delle Case Rosse, Roberto Lo Coco, 28 anni, stringere le mani al collo della moglie Giulia Lazzari, 23 anni, con la quale aveva anche una bimba di quattro anni, provocandole lesioni tanto gravi da farla finire, in stato d'incoscienza, in Terapia intensiva, dove si è spenta il 17 ottobre successivo, senza mai riprendere conoscenza.

Un femminicidio che ha scosso tutta Adria, tutta la città, tutta la nazione. La Procura, nella persona del sostituto procuratore Sabrina Duò, ha confermato tutte le ipotesi iniziali, contestando l'omicidio aggravato dalla premeditazione e dal fatto di essere stato commesso in danno del coniuge stabilmente convivente. Secondo questa ricostruzione, il movente starebbe nell'intenzione della giovane moglie, e madre, di lasciare il marito. Quell'8 ottobre, una domenica, Roberto le avrebbe detto che, anche se sapeva che era finita, avrebbe sempre continuato ad amarla. Le avrebbe chiesto un ultimo abbraccio, poi trasformatosi in una trappola mortale. Già nelle prime fasi, il giovane avrebbe ammesso le proprie responsabilità, per quanto in stato confusionale.

Una recente perizia psichiatrica, voluta dal giudice per le indagini preliminari, non ha escluso la sua capacità di intendere e di volere. La Procura ha chiesto il giudizio immediato, disposto dal giudice per le indagini preliminari. 

Numerose le parti civili, ossia le parti offese dal reato che potranno costituirsi parte civile, affiancando l'accusa e domandando un risarcimento: i genitori e i familiari di Giulia, con l'avvocato Enrica Fabbri; un altro nucleo parentale, che, in tenera età, si era preso cura di Giulia in un momento difficile per la famiglia, con l'avvocato Luca Azzano Cantarutti; la figlioletta di Giulia, con l'avvocato Cecilia Tessarin.

"Questa tragica vicenda - dichiara l'avvocato CanTarutti - ha distrutto una famiglia e sconvolto tutta la nostra Comunità. Il processo, nel quale ci costituiremo parte civile,  servirà a rendere giustizia, ma non potrà restituire Giulia alla sua famiglia".

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