VOCE
GUARDIA DI FINANZA
12.06.2020 - 12:18
Guardia di Finanza
ROVIGO - Maxioperazione della Guardia di finanza a Rovigo e in molte altre città del nord Italia. I finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Padova, nell’ambito di una operazione, chiamata "Pupari" diretta dalla Procura della Repubblica di Rovigo, hanno eseguito 51 perquisizioni e 7 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone ritenute parte di una associazione a delinquere dedita alla commissione di reati fiscali.
Tra gli arrestati spicca un pregiudicato di “Cosa nostra”, già collaboratore di giustizia. Le operazioni (svolte in Veneto, Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia) hanno visti impiegati oltre 100 militari del Comando Provinciale di Padova e dei Reparti territoriali del Corpo competenti per territorio.
Le Fiamme gialle hanno eseguito un maxisequestro di beni immobili, automezzi, motoveicoli, quote societarie e disponibilità liquide, per un valore di 4,2 milioni di euro, nei confronti di due imprenditori che hanno sottratto al fisco imposte sui redditi e Iva per analogo importo. Gli accertamenti sono statii effettuati dopo indagini di polizia giudiziaria svolte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Rovigo, innescate dall’avvio di una verifica fiscale nell’anno 2017 che ha scoperto un insidioso sistema di frode nel settore delle prestazioni di manodopera afferenti montaggi e carpenteria metallica.
Gli indagati, imprenditori quarantenni originari della provincia veneziana e con azienda nella provincia di Rovigo, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Rovigo per reati fiscali concernenti l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per un ammontare di circa 7 milioni di euro. Le indagini hanno fatto emergere come egli risultasse un amministratore solo formale che, sotto le direttive dei due imprenditori rodigini, costituiva una società con sede in Rovigo la quale utilizzava fatture false emesse dai soggetti mantovani, in modo tale da crearsi un credito Iva fittizio e non versare l’Iva all’erario ed a sua volta emetteva le fatture false alla società riconducibile ai due imprenditori.
Connessa a tale attività si pone un’ulteriore provvedimento ablativo reale per imposta evasa per 729.926 euro che ha condotto nel 2017 al sequestro di due unità immobiliari (di cui una di 7 vani), ubicate a Cavarzere del valore di circa 180.000 euro, operato sui beni del prestanome, soggetto di 40 anni, originario di Ciriè (Torino) ma residente nella provincia di Rovigo.
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