VOCE
PORTO TOLLE
30.09.2020 - 10:10
PORTO TOLLE - "Ancora una volta lascia sgomenti l’intervento del Presidente della Provincia Dall’Ara sulla stampa e l’accanimento verso i pescatori. Egli banalizza la delicatissima questione relativa all’assegnazione dei permessi di pesca affermando che il Consorzio avrebbe ben potuto scorrere la graduatoria del 2018, che secondo la Provincia è ancora vigente; del resto, continua “ i nominativi degli interessati ai permessi sono per la maggior parte sempre i medesimi, ma solo con differenza di posizionamento in graduatoria", così intervengono gli avvocati del consorzio Bertaggia - Berti e Carricato.
"Innanzitutto è necessario chiarire la situazione processuale. Il Consorzio ricorreva al TAR avverso il silenzio della Provincia la quale non aveva emanato il nulla osta alla graduatoria dei soggetti aventi diritto all’autorizzazione di pesca presentata dallo stesso nel mese di aprile 2020. La causa veniva instaurata avanti al TAR Veneto, ritenendo che il provvedimento di cui si chiede l’emanazione sia manifestazione di un potere pubblicistico. Il TAR dichiarava il difetto di giurisdizione ritenendo “competente”a decidere in ordine alla questione prospetta il Tribunale ordinario o il Collegio arbitrale. Avverso la sentenza del TAR il Consorzio ha proposto appello al Consiglio di Stato affinchè accerti e dichiari la “competenza” a giudicare del Giudice amministrativo. Il Consiglio di Stato, anziché decidere in Camera di Consiglio a seguito dell’udienza tenutasi il 24 settembre, ha emesso un ordinanza con la quale ha preannunciato la fissazione dell’udienza per la discussione nel merito, ma comunque limitatamente alla questione della giurisdizione. Ad oggi l’udienza non è ancora stata fissata", spiegano gli avvocati.
"Il Presidente accusa il Consorzio di instaurare procedimenti contenziosi costringendo la Provincia a sostenere ingenti spese per la difesa in giudizio; precisamente, scrive “costringendo la Provincia a resistere con l’impegno economico di ben 29.000 euro a fronte di una difficile situazione finanziaria” - continua la nota - Come ampiamente evidenziato, la Provincia dispone di un proprio ufficio legale e l’Avvocato della Provincia è abilitato anche alle magistrature superiori, dunque non vi era alcuna necessità di attribuire incarichi ad avvocati esterni e di spendere inutilmente denaro pubblico. Tale circostanza è stata posta all’attenzione della Corte dei Conti con specifico esposto. E’ inconcepibile il principio sostenuto da Dall’Ara secondo cui il Consorzio farebbe spendere denaro alla Provincia rivolgendosi all’autorità giudiziaria. Secondo il concetto dallo stesso espresso nessun cittadino dovrebbe rivolgersi all’autorità giudiziaria contro un Ente Pubblico per tutelare i propri diritti! Si ribadisce che, contrariamente a quanto sostiene la Provincia, il regolamento per il rilascio delle autorizzazioni di pesca è da ritenersi valido ed efficace proprio in forza della proroga della Convenzione avente ad oggetto i diritti esclusivi di pesca; sostenere poi che tale proroga sarebbe “illegittima” senza che alcun soggetto l’abbia impugnata o contestata nelle sedi competenti vuol dire sovvertire i principi generali del Diritto amministrativo in base ai quali, come è notorio, un atto o provvedimento amministrativo è valido ed efficace fintantoché lo stesso non venga sospeso od annullato dalle Autorità – amministrative o giurisdizionali – che ne hanno potere. Nulla di tutto ciò è avvenuto".
"E’ evidente che le graduatorie nuove poste all’attenzione della Provincia nel 2020 non sono, e non possono essere identiche a quelle del 2018 e non è indifferente scorrere l’una o l’altra. Infatti il regolamento per il rilascio prevede la redazione di ben due graduatorie nel corso dell’anno con lo scopo di aggiornare le posizioni dei soggetti aventi diritto tenuto conto di tutti i criteri indicati nella convenzione. Mentre la graduatoria del 2018 è da ritenersi superata non solo tecnicamente ma in concreto perché nel corso di due anni si rappresentano situazioni diverse modificate rispetto a quelle precedenti, quella presentata nel 2020 tiene conto della situazione reale ed aggiornata dei richiedenti l’autorizzazione di pesca. Paradossalmente , seguendo il ragionamento della Provincia, si attribuirebbe il permesso a persone che la cui posizione reddituale, lavorativa o familiare è migliorata nel tempo mentre rimarrebbero privi soggetti che versano in difficoltà e si pongono ai primi posti nella graduatoria aggiornata. L’effetto sarebbe quello di creare disparità di trattamento, con conseguente lesione di diritti costituzionalmente garantiti, innescando ulteriori contenziosi. Inoltre non si può pensare di continuare a scorrere graduatorie per 15 anni, senza mai approvarne di nuove…".
"Se comunque la Provincia di Rovigo ed il suo Presidente vogliono porre fine al contenzioso in essere, come sembrerebbe di capire dall’intervento del Presidente Dall’Ara, esistono due strade molto semplici da percorrere: o si approvano le nuove graduatorie – e nulla lo vieta, al momento attuale -, oppure si mette per iscritto e si garantisce che la Provincia non adotterà nessuna sanzione nei confronti di pescatori che dovessero essere trovati in possesso di autorizzazione alla pesca di molluschi senza nulla osta provinciale, e parimenti che non verrà contestato alcun inadempimento al Consorzio per tale circostanza. Tale soluzione è stata anche prospettata in udienza al Consiglio di Stato dal difensore del Consorzio. Siamo ancora in attesa di risposta. Il Presidente della Provincia aumenta sempre più le distanze e crea una profonda frattura proprio con i cittadini che egli dovrebbe rappresentare. Evidentemente si dimentica che questi cittadini – pescatori sono i produttori di quelle eccellenze di cui tanto si vanta quando deve rappresentare la Provincia di Rovigo".
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