VOCE
IL PARERE
13.11.2020 - 15:28
Gianni Nonnato
Quando fecero sapere al Comune di Rovigo, ben prima del settembre 2018, che “qualcuno” era interessato al trasferimento del Carcere Minorile di Treviso a Rovigo, il Sindaco di allora non manifestò quella netta opposizione che era necessaria. Anzi, probabilmente, visto che si trattava di amici del centrodestra venne manifestata simpatia per l’iniziativa. Eppure, già all’epoca, il Tribunale era dislocato in cinque sedi diverse sparse per la Città con relative maggiori spese, disfunzioni ed inefficienze. Diventava, invece, naturale e logico che negli spazi della vecchia Casa Circondariale, finalmente dismessa, trovasse allocazione l’unificazione e l’ampliamento del Tribunale che, nel frattempo, aveva acquisito le competenze anche di altri 40 Comuni della Bassa Padovana. Dal Comune di Rovigo non trasparì alcuna reazione di carattere formale ed ufficiale. Chi tace acconsente si dice, ma è altrettanto fondato il sospetto che Bergamin avesse espresso anche qualche segnale di assenso agli amici che minacciavano un danno di enormi proporzioni per la nostra Città. Ciò che sarebbe stato naturale e logico veniva violato da un provvedimento pasticciato ed oscuro. Poco tempo dopo anche molti dei sostenitori di Bergamin decisero che dovesse essere sfiduciato. Triste eredità per chi sarebbe venuto dopo. Vi era, tra l’altro, l’esigenza che l’opinione pubblica prendesse coscienza del potenziale danno ed assumesse una posizione forte contro la realizzazione del Carcere Minorile che impediva l’allargamento naturale e logico del Tribunale. Ciò fino al 18.2.2020 quando finalmente un ODG approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale affermava un deciso NO al Carcere Minorile ed un SI all’unificazione ed all’ampliamento del Tribunale. Si era ancora in tempo per evitare la sciagura di un nuovo carcere, ma il Governo Conte2 non volle revocare il bando per la realizzazione del progetto. E’ fin troppo evidente che il Sindaco non ha il compito di fare l’agitatore di popolo e però visitò i palazzi romani ben quattro volte per evitarci la sciagura di un nuovo carcere. Quello di agitare l’opinione pubblica era compito di partiti e di movimenti che in questa circostanza erano interessati ad altre scaramucce interne e di bottega. Ma non è ancora tardi. La gara può ancora essere revocata. Si tratta di progetto definitivo e non esecutivo, ma pur sempre ancora di progetto. I costi sarebbero sicuramente inferiori a quelli che è destinata a subire la Città ed il suo impianto pianificatorio.
Gianni Nonnato
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