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LA MAXI INCHIESTA

"Operazione antidroga dei carabinieri di Rovigo: sgominano un'organizzazione che avrebbe introdotto nel mercato un ingente quantitativo di stupefacenti"

Il Presidente Luca Zaia commenta l’arresto di 11 persone, responsabili di una "fabbrica" di  produzione di marjuana e detenzione di stupefacenti

zaia

Il presidente della Regione Luca Zaia

ROVIGO - "Oggi assistiamo ad un’altra importante operazione antidroga condotta dai carabinieri di Rovigo, che hanno sgominato una organizzazione che avrebbe introdotto nel nostro mercato locale un ingente quantitativo di stupefacenti. Le indagini e gli arresti di oggi restituiscono alla giustizia gente senza scrupoli, veri e propri seminatori di morte". 

Lo dice il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commentando la notizia dell’arresto di undici persone tra Lendinara, Lusia e Fratta Polesine, ritenute responsabili di una "fabbrica" di  produzione di marjuana e detenzione di stupefacenti. Questi arresti si sommano ad una precedente operazione, conclusasi sempre con l’arresto di altre sei persone di nazionalità cinese, avvenuta lo scorso novembre.

Il blitz ha consentito di scoprire, secondo la ricostruzione degli inquirenti, una coltivazione di 610 piante di marijuana, gestita da cinque cinesi (tra i 36 e i 66 anni), tutti clandestini e tutti originaria della regione del Fujan. La piantagione è stata scoperta dai carabinieri tra Lendinara, Lusia e Fratta: un’operazione condotta dai colleghi del comando provinciale di Prato, in particolare dagli investigatori del reparto operativo, guidato dal tenente colonnello Riccardo Marchi, col supporto dei colleghi di Rovigo.

Le indagini sono infatti scattate in Toscana dove, un mese fa, sono state arrestate sei persone per traffico di marijuana, con il sequestro di circa 120 chili d’erba. Poi le tracce hanno portato in Polesine, dove cinque cinesi sono stati arrestati per produzione e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti aggravata in concorso.

"Durante le perquisizioni delle loro abitazioni e degli annessi immobili agricoli a loro in uso - spiega la nota stampa dei carabinieri - è stata trovata una produzione di cannabis indica da 610 piante in vaso, di varie dimensioni, nutrite da un impianto di irrigazione e fertilizzazione ed irradiate da 136 lampade allo iodio da 600 watt; 25 chili di infiorescenze già confezionate e stoccate; altri 20 chili di marijuana in essicazione. Il totale del sequestro ammonta a 45 chili, per un valore di mercato di 315mila euro. Il prodotto era destinato al mercato italiano e del Nord Europa".

"Con una particolare tecnica, e grazie ad un impianto a raggi uva funzionante 24 ore su 24 a una temperatura costante di 22 gradi, i cinesi erano riusciti ad accelerare la maturazione della cannabis a due mesi, anziché i tre di natura, aumentando dunque i raccolti e i ricavi. L’impianto elettrico, abusivo con allaccio diretto alla rete, ha creato un danno di 7.700 euro. Al sito di produzione polesano, operativo da maggio, i carabinieri sono arrivati seguendo le mosse di un cinese già arrestato a Prato tre anni fa per stupefacenti. Questa persona, aveva contatti con i nazionali arrestati a novembre in Toscana: con una Tiguan, noleggiata a Prato, faceva la spola da Lendinara".

"Le nostre comunità - chiude Zaia - chiedono di vivere nella legalità e nella sicurezza e questa operazione ne è la dimostrazione concreta. Questo blitz è l’ennesima conferma che nel Veneto non c’è spazio per chi opera ai danni della nostra gente e, grazie all’instancabile attività dell’Arma e di tutte le forze dell’ordine, continueremo a presidiare i nostri territori affinché questi fenomeni illegali possano, al pari di altri, essere arginati. Non è la prima né sarà l’ultima operazione in Veneto: la nostra attenzione su questi temi deve rimanere alta, senza concedere sconti, perché al primo posto c’è la sicurezza dei cittadini veneti, soprattutto quella dei più giovani, i principali destinatari di questa gente senza scrupoli".

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