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SINDACATI

"Operatori sanitari esposti al contagio, rischiano di perdere le tutele previste"

"Alcuni lavoratori si sono rivolti a noi perché venisse loro riconosciuta la certificazione della condizione di infortunio"

Cristiano Pavarin segretario della Uil-Federazione Poteri locali

Cristiano Maria Pavarin, segretario generale di Uil Fpl

ROVIGO - "Purtroppo è accaduto con frequenza anche in Polesine che un medico, un infermiere, un operatore sociosanitario o un qualsiasi altro lavoratore impegnato in questo delicato campo sia rimasto contagiato da Covid". Parte da qui l'analisi di Cristiano Pavarin, segretario generale del sindacato Uil - Fpl.

"Purtroppo - prosegue - si tratta dei lavoratori che sono, per le loro stesse preziose ed insostituibili funzioni, maggiormente esposti al contagio. Un rischio costante e pressante, che costringe anche a scelte pesanti dal punto di vista della vita familiare, per evitare, appunto, in caso di contagio, di trasmetterlo ai propri conviventi. Sono mesi durissimi per questi lavoratori e molti, purtroppo, sono quelli che si sono contagiati. Solo in questa seconda ondata sono risultati positivi al Covid, con tutte le conseguenze del caso, circa una cinquantina i lavoratori ospedalieri e poco meno di un centinaio i lavoratori delle Rsa, 72 quelli che lo sono attualmente".

"Fortunatamente, a fronte della difficile situazione, degli oneri e dei rischi che gravano sulle spalle di questi lavoratori, l'Inail ha redatto delle linee guida molto chiare. 'In base alle istruzioni per la trattazione dei casi di malattie infettive e parassitarie – si legge nell'apposito documento trasmesso dalla Direzione centrale Inail a tutte le strutture territoriali - la tutela assicurativa si estende anche alle ipotesi in cui l'identificazione delle precise cause e modalità lavorative del contagio si presenti problematica.
Ne discende che, ove l'episodio che ha determinato il contagio non sia percepito o non possa essere provato dal lavoratore, si può comunque presumere che lo stesso si sia verificato in considerazione delle mansioni/lavorazioni e di ogni altro indizio che in tal senso deponga. In proposito si ricorda che l'elevato rischio di contagio che ricade sugli operatori sanitari va commisurato con il dato epidemiologico territoriale. Sono, quindi, da ammettersi a tutela Inail i casi in cui si sia estrinsecato il cosiddetto rischio specifico e il sanitario abbia contratto la malattia Covid-19".

"Purtroppo, nonostante questo c'è stato più di un caso di medico di medicina generale che si è discostato da queste linee, e così ci sono stati alcuni lavoratori di strutture socio sanitarie che si sono rivolti a noi perché venisse loro riconosciuta la certificazione della condizione di infortunio, evidentemente fuori dal computo della malattia e dagli eventuali tagli di retribuzione sia nel contesto indennità che nel contesto della presenza ai fini della produttività. Invitiamo, quindi tutti a fare ognuno la propria parte in un momento già estremamente pesante per questo di tipo di lavoratori, che altrimenti rischiano, oltre al danno, la beffa: il paradosso che, per essere esposti al contagio, rischiano di perdere le tutele previste".

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