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ROVIGO

Confagricoltura invita a portare un po’ di natura dentro casa, acquistando un piccolo abete

Comprare un albero vero a Natale è un comportamento sostenibile per l’ambiente e fa bene anche all’economia locale

Alberi di Natale, l'esperto polesano: "Prendete quelli veri"

VENETO - Comprare un albero vero a Natale è un comportamento sostenibile per l’ambiente e fa bene anche all’economia locale. Confagricoltura Verona invita, in queste festività particolari segnate dall’emergenza Covid, a portare un po’ di natura dentro casa, acquistando un piccolo abete e decorando la propria abitazione con ciclamini e Stelle di Natale. Un albero di Natale vero è l’unico che fa atmosfera. Ed è coltivato esclusivamente per l’uso natalizio, senza l’utilizzo di prodotti nocivi per l’ambiente.

"Gli alberi di Natale finti causano emissioni di anidride carbonica sia quando vengono prodotti, che quando vengono trasportati, che arrivano quasi tutti dalla Cina – spiega Claudio Previatello, responsabile nazionale del settore florovivaismo di Anga- Giovani di Confagricoltura e titolare di un vivaio a Grignano Polesine, in provincia di Rovigo - Gli alberi veri, invece, l’anidride carbonica la assorbono in quanto sono biodegradabili, biocompostabili e totalmente sostenibili".

"Contrariamente a quanto si pensa, infatti, non sono causa di deforestazione, in quanto vengono fatti crescere nel vivaio con lo scopo di essere venduti per Natale. Il trend ora è di vendere le punte degli alberi, di modo che anche lo smaltimento diventa molto più semplice. Inoltre l’abete ha un magnifico profumo di resina che quello di plastica non potrà mai avere. Infine, l’abete vero comporta anche un vantaggio economico, perché con 15-20 euro si può avere un alberello mediamente alto e con dei bei rami. Per un prodotto equivalente in plastica si spende il triplo e riciclarlo per tanti anni non è una bella idea, in quanto accumula polvere, si decolora e in definitiva diventa brutto da vedere".

Fino a vent’anni fa comprare un albero vero, per le feste, era una tradizione diffusa. Oggi sette famiglie su dieci comprano quelli finti. "Quest’anno registriamo il 60-70 per cento di calo di vendite di alberi veri – annota Fontana -, chiaramente anche sulla spinta dell’emergenza Covid, che porta la gente a uscire meno di casa. Già dal primo Dpcm di ottobre abbiamo registrato un calo consistente di afflusso nei garden, tanto che perfino i produttori hanno iniziato a calare le consegne di stelle di Natale e ciclamini".

"Ma già da parecchi anni fatichiamo a vendere gli abeti natalizi in quanto si è diffusa la falsa credenza che quelli di plastica, oltre a essere più pratici, non distruggono i boschi. Credo che sia giunto il momento di compiere scelte più consapevoli e accorte negli acquisti. Ogni nostra azione può contribuire a migliorare la qualità della vita, la nostra salute e a sostenere un comparto essenziale per l’economia italiana. Ricordo che un vivaio può assorbire una quantità enorme di CO2 grazie alla propria attività di piantumazione e che, quindi, comprare piante e fiori contribuisce ad aiutare la natura. Sostenere chi rispetta la natura con l’acquisto di piante natalizie è anche il miglior modo di avvicinarsi ai valori del Natale, anche se quest’anno cade in un momento difficile per tutti".

Il florovivaismo italiano ha un fatturato che supera i 2 miliardi e mezzo di euro e un export che sfiora il miliardo. Particolarmente provato dalla pandemia, il settore conta sul periodo natalizio, che rappresenta circa il 15% degli affari delle imprese del settore. Quest’anno i vivaisti di Confagricoltura consigliano l’Abete Normandiano o l’Excelsa (abete rosso). Per quanto riguarda le Stelle di Natale, oltre al rosso e il bianco, i floricoltori propongono l’arancione, colore simbolo di allegria e felicità.

“Anche l’acquisto in un vivaio o garden center può diventare sostenibile – conclude Previatello– se si sceglie di farlo non lontano da casa, alimentando così l’economia locale”.

 

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