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"Quasi il 60% dei consumatori è intenzionato a spendere meno dello scorso anno"

Per questo Natale i consumi in città sono attesi in calo, ma si spera nella spinta del cashback

Il Natale non s'accende. Vendita a picco, esercenti allarmati

ROVIGO - "Di sicuro il Natale 2020 non sarà come quelli che lo hanno preceduto. Le limitazioni ancora in vigore pesano e si rifletteranno inevitabilmente sugli acquisti natalizi. Quasi il 60% dei consumatori ha dichiarato di essere intenzionato a spendere meno dello scorso anno, con una riduzione della spesa complessiva stimata da Confesercenti intorno al 20 % sul 2019. Una spending review a cui non sfuggono nemmeno i regali, per i quali il budget si restringe in proporzione. Lievitano invece i risparmi anche se, per effetto della cassa integrazione, cala l’ammontare delle tredicesime e più in generale diminuisce la disponibilità economica delle famiglie. Questo atteggiamento prudente crea il presupposto per una vigorosa ripresa dopo che l’allarme sanitario e la crisi economica saranno cessati", sono i dati che emergono dal sondaggio che Confesercenti Metropolitana di Venezia e Rovigo ha commissionato ad SWG per la città di Rovigo.

Dovremmo tuttavia ancora attendere che – esauriti gli effetti dei ristori e del divieto di licenziamenti - si plachi anche l’inevitabile scossa di assestamento che farà seguito alla diminuzione di fatturato delle imprese.

Il commercio arriva all’appuntamento di Natale scommettendo sul servizio, sulla tradizione e anche sulla spinta del cashback, che nei primi giorni di applicazione ha generato un aumento delle vendite. L'ansia generata dalla pandemia – che ha ripreso a crescere con l’avvento della seconda ondata del virus - si traduce in una spesa prudente per il 35% degli intervistati che iniziano ad avvertire crescenti difficoltà finanziarie.

A questi si aggiungono le famiglie che sono già in condizioni di non arrivare a fine mese e quelle timorose che i propri risparmi non siano sufficienti a far fronte alle esigenze economiche (il 10% in totale).

Non è solo l’emergenza sanitaria (19%) a preoccupare gli intervistati.

La situazione economica del Paese (17%) e timori per le prospettive dei giovani (10%) sono due ulteriori elementi – insieme a molti altri - che incidono notevolmente sulla serenità generale.

Sommate insieme alle altre preoccupazioni legate all’andamento economico (prospettive personali 8%; disoccupazione 8%; conti pubblici 3%) si raggiunge quasi il 50% del campione.

Appare quindi naturale che la maggioranza (70%) si preoccupi per la stabilità economica del Paese e che ritenga prioritaro – accanto a quelli sanitari - interventi per il rilancio economico come, ad esempio: favorire la crescita 18%; rilanciare l’occupazione 17% e ridurre le tasse 13%.

L’emergenza Covid ha portato con sé un repentino cambiamento nelle nostre vite sociale e lavorative. Nel corso dell’epidemia gli acquisti online sono decollati e i lavoratori hanno scoperto i benefici dello smart working. Si tratta di cambiamenti che sopravviveranno alla pandemia. In entrambi i casi le conseguenze sui consumi sono di estremo rilievo.

Gli effetti anche sui consumi della diffusione del lavoro da casa (39%) sono già stati avvertiti dalle aziende veneziane che operano nel mercato dei “pasti furi casa”. La tendenza è però destinata a rafforzarsi visto che meno del 20% dei lavoratori al termine dell’emergenza vorrebbe tornare completamente al lavoro in presenza.    

L’altra grande modifica dei comportamenti di consumo riguarda la crescita esponenziale degli acquisti online (quasi 60%). Di necessità si fa virtù e sono molti i negozi che hanno compreso il peso del digitale. In particolare questi nuovi stili di vita e di consumo rivelano che la maggioranza dei consumatori è ormai orientata a cercare soluzioni che consentano maggiore comodità e flessibilità e che le conseguenze sul mondo del retail saranno importanti e durature.

Nonostante le preoccupazioni abbiano compromesso la serenità del Natale la maggioranza degli intervistati rimane orientata a celebrare le festività, seppur in maniera diversa. Il Natale non è stato completamente cancellato e ben pochi rinunceranno, ad esempio, alle tradizionali decorazioni natalizie. 

Sull’onda dell’incertezza spese ridotte per il 60% delle famiglie e regali orientati prevalentemente categorie di prodotto poco esperienziali quali enogastronomia, abbigliamento e accessori, libri e giocattoli.

Solo il 3% prevede di aumentare il budget natalizio. La flessione generale segnalata dagli intervistati induce a stimare una contrazione complessiva della spesa complessiva di oltre il 20 % sullo scorso anno (con una spesa pro capite di circa 135 euro) mentre aumento, invece, le risorse destinate dalle a saldare i conti in sospeso e al risparmio.

Il parziale lockdown assesta un duro colpo soprattutto a pranzi natalizi e cenoni di capodanno (-17%) ma i risparmi interessano tutte le tipologia di spesa. Sono soprattutto i consumatori con reddito medio che applicheranno tagli alla spesa di questo periodo a causa di un deterioramento della propria condizione economica.

Tra coloro che dichiarano l’intenzione di spendere di più rispetto al 2019 rimane comunque forte la motivazione economica e la tendenza ad approfittare degli sconti del periodo. 

Nonostante il tema della sicurezza legata alla salute personale (la paura del contagio limita il 34% del campione) i negozi sono ancora la destinazione preferita per lo shopping come del resto si è potuto vedere in questi giorni. La rete dei negozi fisici arriva all’appuntamento di Natale sperando quindi di invertire la tendenza nonostante il contesto difficile, scommettendo sul servizio, sulla tradizione e anche sulla spinta del cashback, che nei primi giorni di applicazione ha generato un aumento delle vendite: un aiuto imprevisto per la rete dei negozi.

E i consumatori sono intenzionati a dare fiducia al retail: il 23% di chi ha già comprato segnala di aver scelto i propri regali in un piccolo negozio fisico o presso un mercatino (i pochi sopravvissuti al lockdown) 

Con le limitazioni agli spostamenti, la finestra media dedicata agli acquisti quest'anno sarà più breve.  

Molti infatti hanno iniziato i propri acquisti in occasione del Black Friday (il 48% ha comprato on line).

Come evidenziato da Confesercenti quest’anno i grandi player dell’online hanno potuto usufruire di un enorme vantaggio concorrenziale.

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