VOCE
IL PARERE
16.12.2020 - 15:43
Un tampone per coronavirus
Siamo seriamente preoccupati per la situazione sanitaria in cui versa ad oggi la nostra regione.
La regione Veneto sta gestendo in maniera catastrofica questa seconda ondata. I morti da Covid giornalieri sono infatti triplicati rispetto alla prima ondata (allora al massimo eravamo tra i 30 e 40 morti al giorno, adesso ci manteniamo quotidianamente sopra i 100, con un picco di 165 deceduti in un giorno). I contagi non accennano a diminuire. Negli ospedali la situazione è critica. Reparti e servizi soffrono di carenza di personale. I lavoratori si sono visti sospendere le ferie e sono stati messi a disposizione per l'emergenza. Il personale è decimato per i contagi, si stimano cifre per difetto poiché calcolate sulle segnalazioni visto che la direzione generale non fornisce i dati effettivi ai sindacati. In questi giorni abbiamo sentito l’urlo di dolore dei medici di Verona, San Bonifacio e Montebelluna, che dichiarano i loro ospedali al collasso, nella cittadina trevisana, novella Bergamo, all’obitorio non c’è più posto. Nelle case di riposo la situazione è ormai completamente sfuggita di mano, il 12,8% degli ospiti e il 3,7% degli operatori si sono già contagiati, ben 2000 anziani sono morti.
Dietro alla narrazione autocelebrativa e alla propaganda che imperversa ogni giorno alle 12 c'è una triste realtà.
Secondo Zaia va tutto bene, perché si fanno tanti tamponi. Allora perché non ci spiegano gli effetti di questo uso massiccio di tamponi rapidi? Sembra diano molti falsi negativi. Ma i casi falsi negativi sono un pericolo enorme, girano, abbracciano, incontrano, perché pensano di essere sani.
Il Dott. Paolo Rosi, coordinatore del "Comitato di crisi regionale", afferma: ogni 200 nuovi casi positivi è sicuro che uno arriva in terapia intensiva. Quindi se abbiamo raggiunto il picco dei ricoverati nelle terapie intensive, abbiamo evidentemente tantissimi contagi.
In Veneto ormai viaggiamo con numeri doppi di positivi rispetto alla Lombardia che ha il doppio dei nostri abitanti. Qualche giorno fa eravamo primi, adesso siamo soli in volata. Indipendentemente dal numero dei tamponi i ricoverati sono in continuo aumento. La fase quinta, definita grave e critica, è cominciata a 2400 positivi e ora siamo ben oltre i 3000 ricoveri, di cui 369 in terapia intensiva, dati al 13/12/2020. In Veneto oggi il 50% di chi entra in terapia intensiva muore.
Siamo consapevoli delle difficoltà economiche e della fatica a cui siamo chiamati, costretti a limitarci ancora nei contatti e negli spostamenti ma il rischio di dover affrontare una terza ondata a ospedali pieni è quasi certa.
Di fronte all’inerzia e all’incapacità dell’amministrazione regionale chiediamo un intervento del Ministro Speranza. Fino a qualche settimana fa Zaia dichiarava una tragedia la chiusura dei ristoranti alle 18, e ancora il 29 Novembre invocava l’apertura delle piste da scii. La sanità è al collasso e il numero dei morti non accenna a diminuire.
Il Veneto che Vogliamo
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