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SINDACATI

"Non è più possibile lavorare in queste condizioni ed in un simile clima"

Lo sciopero dei dipendenti CoopSelios di Villa Tamerici

ROVIGO - "Non ci era rimasto altro da fare che proclamare lo sciopero". Questa mattina i lavoratori di Villa Tamerici hanno protestato per la situazione di difficoltà estrema che stanno vivendo da giorno, dovendo sopportare carichi lavoro sempre più pesanti, aggravati ulteriormente dalla situazione epidemica. Ma aggravati anche da un clima aziendale ormai insostenibile per l'atteggiamento di chiusura da parte della Cooperativa Sociale CoopSelios di Reggio Emilia che gestisce la struttura di Porto Viro, oltre ad ulteriori realtà in altri territori in Veneto, al di fuori del Polesine, dove sembrano sussistere le stesse difficoltà.

Difficoltà che si riassumono in carenza di personale e turni di lavoro pesantissimi, in deroga alla normativa europea in tema di orari di lavoro. Siamo tutti ovviamente ben consapevoli del particolare e difficilissimo momento che stiamo attraversando e delle peculiari problematiche che si sono scaricate sulle strutture residenziali che ormai sono extraospedaliere sono nella denominazione visto che stanno sempre più svolgendo compiti sanitari, ma rivendichiamo la competenza, la professionalità e l'impegno dei lavoratori CoopSelios, che nonostante tutte le difficoltà hanno garantito e continuano a garantire, con abnegazione la continuità e la qualità dei servizi.

A testimonianza del clima pesante, l'annullamento, nei giorni scorsi dell’incontro fra i vertici della società ed i rappresentanti dei lavoratori, che era stato concordato con un vertice in Prefettura, accampando come scusa il fatto che fossero state esposte le bandiere dei sindacati davanti a Villa Tamerici, che poi sono state strappate via e che riteniamo rappresenti un atto vergognoso.

Il lavoratori, provati sia per lo sforzo fisico che psicologico cui sono quotidianamente sottoposti, sia per le difficoltà che si ripercuotono anche nella loro vita personale e familiare, sono allo stremo e non possono accettare, a fronte del loro enorme sforzo, ulteriori atteggiamenti di mancanza di dialogo. Per questo, dopo aver proclamato lo stato di agitazione, siamo arrivati alla forma di protesta più rumorosa, perché una simile situazione è insostenibile sotto ogni punto di vista, anche se proprio per le situazioni di difficoltà e la necessità di assicurare i minimi assistenziali previsti dalla legge, solo per 6 lavoratori su 70 è stato materialmente possibile far valere il proprio diritto di astenersi dal lavoro.

Le nostre richieste sono chiare:

  • INCREMENTO DELLE RISORSE ATTRAVERSO NUOVE ASSUNZIONI: cambiano le caratteristiche dell'assistenza e responsabilità nel lavoro, gli Ospiti hanno bisogni sempre più complessi e di tipo sanitario, ma si lavora con medesimi standard assistenziali del secolo scorso. I lavoratori, alla pari di qualsiasi cittadino, diventano sempre più anziani e fanno fatica anche a reggere l'aumento dei carichi di lavoro.
  • MIGLIORAMENTO DEL CLIMA AZIENDALE: riteniamo necessaria una rotazione delle persone che assumono il ruolo di Referente Assistenziale ed Infermieristico e che, su disponibilità individuale, tale ruolo possa essere svolto, con rotazione periodica, da più persone, creando maggiore integrazione tra l'equipe ed evitando così posizioni statiche poco utili al benessere organizzativo e alle relazioni di gruppo.
  • VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE: viene chiesto di lavorare di più e meglio, di incrementare la produttività, e contestualmente, però, anche quando si raggiungono risultati importanti e gli obiettivi di qualità, come avvenuto in questi mesi con la gestione del COVID, si risponde che bisogna farsi carico dei problemi economici della Azienda e soldi per i Lavoratori non ci sono mai.

L'intervento di Davide Benazzo FPL CGIL, Mirta Zanforlin FISASCAT CISL e Attilio Minichini UIL FPL.

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