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La messa della vigilia

"Pace sociale e aiuto a chi soffre"

Il vicario diocesano nella chiesa della Rotonda: "Dobbiamo essere uniti"

La messa della vigilia di Natale con il richiamo alla necessità della pace sociale. Ed un richiamo a chi ricopre cariche pubbliche per le responsabilità sociali che ne conseguono.

Nel pieno della pandemia mondiale, e nel primo giorno di zona rossa, alle 18 di giovedì 24 dicembre si è celebrata la messa della vigilia. Una messa anticipata di diverse ore rispetto alla mezzanotte nel rispetto delle limitazioni anticovid e del coprifuoco delle 22. Il rito, davanti a numerose autorità cittadine, è stato celebrato nel tempio della Rotonda, a Rovigo, dal vicario generale della diocesi don Damiano Furini, in sostituzione del vescovo Pavanello, contagiato alcuni giorni fa, dal Covid. Prima della celebrazione il sindaco Edoardo Gaffeo ha rivolto a tutti gli auguri da parte dell'amministrazione comunale.

Nell’omelia il vicario ha parlato di Natale “straordinario, una situazione sociale e mondiale. Come possiamo stare dentro ad una realtà sociale di questo tipo? Una situazione sociale e mondiale inimmaginabile solo 12 mesi fa, Siamo entrati in zona rossa, molte le restrizioni alla vita sociale e alle libertà individuali. È diffuso un sentimento di ribellione, di scontento nell’adeguarsi a tali misure. Il rischio costante è quello della lamentela e della contestazione. Sono in aumento in Italia le forme nuove di povertà che si aggiungono a quelle tradizionali. Un Natale difficile socialmente, a livello familiare e personale. Come possiamo stare dentro ad una realtà sociale di questo tipo?” Insomma un’omelia con un forte radicamento all’attualità.

 Don Damiano ha chiuso l’omelia con un richiamo quasi “politico”, alla concordia: “Non possiamo dividerci in questi momenti, non è lecito dare sfogo a interessi di parte, non vale la pena giocare a massacrare o delegittimare chi sta davanti. Non importa chi egli sia in questo momento, perché il normale ricambio democratico porterà domani ad avvicendamenti altrettanto soggetti a critiche e contestazioni. servizio alla pace sociale deve essere prevalente rispetto a qualsiasi altro interesse”.

In precedenza ha detto che “essere uomini e donne impegnati politicamente e nelle amministrazioni locali è un servizio importante, impegnativo, appassionante. Così anche per tutti coloro che svolgono servizi in rappresentanza e a nome dello Stato. Gli imprevisti sono all’odine del giorno e la realtà stessa ci mette davanti situazioni estremamente difficili da affrontare e da risolvere, non da ultimo questa pandemia che davvero sta creando tensioni sociali forti e allargando il cerchio delle povertà e delle difficoltà”. E ancora: “La qualità degli uomini e delle donne che si dedicano al servizio degli altri attraverso la politica e l’amministrazione della cosa pubblica è chiamato ad un surplus di prospettiva e di intelligenza per capire in quale direzione muoversi, quali sentieri sterrati sia necessario aprire e dissodare. Tutti coloro che hanno cariche pubbliche, hanno gravi e importanti responsabilità sociali a cui rispondere”.

E ancora: “Il cristiano, il laico cristiano che vive nella storia la sua fede, non cederà mai allo sconforto e alla resa. La messa che questa sera celebriamo insieme è una grande preghiera rivolta a Cristo. L’appello a diventare anche noi custodi di tutte le persone che incontriamo in ragione della nostra professione e del nostro impegno di amministratori, di politici, di rappresentanti dello Stato”.

 

 

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