VOCE
ADRIA
16.01.2021 - 14:43
Il commissario capo Riccardo Signorelli, che guida il commissariato di Adria
ADRIA - Una brillante indagine del personale del commissariato di polizia di Adria che ha consentito di individuare una banda campana che, tra le altre vittime, aveva colpito anche una adriese, hackerandole la sim e svuotandole il conto di ben 40mila euro. A risolvere il caso, ha pensato il personale del commissariato, guidato dal commissario capo Riccardo Signorelli. Un risultato investigativo molto importante, messo a segno da un commissariato di dimensioni ridotte, ma il cui personale si è dimostrato perfettamente in grado di contrastare un fenomeno criminale di portata addirittura nazionale.
Il personale, infatti, ha seguito passo per passo la vittima, riuscendo a venire a capo di uno scenario sicuramente complesso. "Lo scorso anno - spiega la nota stampa della questura - una pensionata residente in un piccolo paese in provincia di Rovigo, si era recata a sporgere denuncia/querela per una presunta frode informatica presso gli Uffici del Commissariato di Adria. La denunciante dichiarava che il suo telefono cellulare, inspiegabilmente, aveva smesso di funzionare".
"Quindi, contattato il servizio clienti per chiedere informazioni, apprendeva che qualcuno, a suo nome, aveva chiesto la disattivazione della sua Sim e la sua contestuale riattivazione, facendosene dare una nuova con lo stesso numero. Inoltre, controllando il suo portale di home banking, scopriva che tutto il suo conto, per un ammontare di 40.000 euro, era stato letteralmente 'prosciugato'. Gli investigatori del Commissariato di Adria, allora diretti dal commissario Riccardo Signorelli, attualmente dirigente della Squadra Mobile di Siena, avevano immediatamente capito che si era trattato di un caso di 'Sim Swap', ovvero di frode informatica iniziata mediante un attacco hacker finalizato a carpire i dati bancari ed anagrafici della reale titolare del conto bancario ed i codici d'accesso al portale dell'home banking".
"Gli investigatori hanno subito dato avvio alle indagini cercandoimmediatamente di accertare ed individuare il negozio di telefonia mobile dove era stata fatta la falsa denuncia di furto della scheda telefonica, che ha permesso l'avvio della frode. Sono state quindi acquisite le immagini delle telecamere di sorveglianza del negozio al fine di individuare ivolti dei malfattori che avevano richiesto la nuova scheda. Contestualmente sono stati chiesti ed ottenuti i movimenti dei conti correnti utilizzati per far transitare il provento del reato e ne sono stati analizzati i vari passaggi, individuando, in questo modo, gli sportelli ove i malviventi avevano effettuato i prelievi".
"La successiva analisi di comparazione - prosegue la ricostruzione - delle immagini estrapolate dalle telecamere di sorveglianza degli sportelli Atm con le banche dati fotografiche in uso alla Polizia ha cosi consentito di dare un volto ed una identità a tutti i criminali coinvolti. Quindi, su delega della Procura Distrettuale di Napoli, competente per materia e territorio, nei giorni scorsi, sono stati eseguiti otto decreti di perquisizione personale e domiciliare, con contestuale avviso di garanzia, ai danni di altrettanti malfattori (tra i quali anche una donna), quasi tutti dimoranti nel Casertano, alcuni dei quali con precedenti specifici in materia".
"Durante le perquisizioni, subdelegate dal Commissariato di Adria alle questure di Caserta e Napoli, sono stati rinvenuti e sequestrati i computer usati dagli hacker e le carte di debito e di credito adoperate per compiere le frodi. Contestualmente sono stati notificati gli avvisi di garanzia per i reati di: accesso abusivo a sistema informatico, frode informatica, sostituzione di persona, riciclaggio di denaro e concorso di reato".
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