VOCE
CORONAVIRUS IN POLESINE
09.02.2021 - 19:13
ROVIGO - “Invitiamo tutti gli attori istituzionali alla prudenza. In questo momento drammatico e unico nella storia del nostro Paese, occorre rimanere sereni e mantenere la lucidità necessaria, al fine di non scatenare una “caccia alle streghe”, che abbia come ingiustificato bersaglio i professionisti sanitari, che rischiano di essere trasformati dalla piazza da angeli/eroi a untori di manzoniana memoria”. Con queste parole si esprime il Consiglio Direttivo dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Rovigo, per voce del Presidente Marco Contro, in merito alle dichiarazioni apparse sui media in questi giorni, rispetto al nuovo focolaio di infezione da virus Covid-19 che ha interessato la Geriatria del principale nosocomio rodigino.
“Ad oggi – affermano i responsabili dell’Ordine – non ci sono elementi che portino ad attribuire la responsabilità del contagio ai professionisti sanitari, scenario che, francamente, appare alquanto improbabile, visto che tutti i professionisti sono tenuti a indossare i dispositivi di protezione individuale messi a disposizione dall’Azienda. Eventualmente, è plausibile il contrario, ossia che i professionisti siano stati contagiati durante l’erogazione dell’assistenza diretta a pazienti risultati poi positivi”.
“Attualmente – precisano i dirigenti OPI – non ci risultano infermieri no-vax nel nostro contesto territoriale di competenza che conta 2062 iscritti. Gli infermieri del nostro territorio, in quanto professionisti che basano la propria attività sulle evidenze scientifiche, riconoscono senza se e senza ma l’importanza dei vaccini come mezzo per debellare le epidemie e contribuire al progresso dell’umanità. La minoranza dei colleghi che ancora non ha aderito alla campagna vaccinale promossa dall’Azienda, ha preso questa decisione, secondo quanto ci risulta, non per rifiuto tout court o per posizioni negazioniste, ma perché in una situazione personale di maggior rischio, come, a titolo esemplificativo, la sottoposizione a terapie che comportano effetti sul sistema immunitario, o perché preoccupati dai possibili effetti di un vaccino del tutto nuovo di cui ancora sono ignoti possibili effetti a lungo termine”.
“Allo stato attuale – concludono i responsabili dell’OPI Rovigo – non esiste un obbligo giuridico che imponga agli operatori sanitari di vaccinarsi, per cui chi rifiuta non può essere sanzionato. Pertanto, pur ribadendo con forza e promuovendo l’importanza di aderire alla campagna vaccinale, sanzionare un professionista per il solo fatto che non si vaccina costituisce un atto illecito per l’ordinamento di uno stato di diritto”.
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