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I.CONSULTING
12.02.2021 - 21:01
Oltre al risarcimento del danno scatta il reato di lesioni personali e omessa custodia di animali.
Chissà quante volte avremo assistito, divertiti, alla scena di un cane che insegue un ciclista, abbaiandogli contro. Ma che succede se la situazione evolve trasformandosi in un incidente più o meno serio? Se l’uomo in bicicletta cade proprio per via dell’aggressività dell’animale e da questo viene addentato, il suo proprietario deve corrispondergli il risarcimento del danno: egli, infatti, è responsabile per non aver posto in essere un’adeguata custodia sul cane. Salvo dimostri – circostanza comunque tutt’altro che facile – di non aver potuto impedire il fatto, ossia di aver fatto di tutto affinché il quadrupede non azzannasse il passante.
Attenzione, però: prima della condanna al risarcimento del danno (in via civilistica), il padrone dell’animale potrebbe essere chiamato a rispondere (in via penale) dei reati di lesioni personali colpose e omessa custodia di animali.
È quanto si intuisce da una recente sentenza della Cassazione.
La vicenda
Già in passato l’uomo, oggetto della vicenda sfociata poi in un giudizio penale, era stato spaventato dall’atteggiamento aggressivo del quadrupede, che, alla fine, dopo diversi tentativi andati a vuoto, è riuscito a raggiungerlo e a morderlo, provocandogli lesioni guaribili in tre giorni. Anche alla luce di questi precedenti, è stata ritenuta evidente la responsabilità della padrona dell’animale, per non avere provveduto ad una adeguata sorveglianza. Consequenziale la condanna per i reati di lesioni personali colpose e omessa custodia di animali.
Tutto ciò – assieme alla certificazione del Pronto Soccorso, relativa alle ferite riportate dal ciclista – è sufficiente, secondo i giudici, per condannare il proprietario in via penale, rinviando poi al giudice civile la patata bollente della quantificazione del risarcimento del danno.
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