VOCE
SANITA' IN VENETO
25.02.2021 - 17:01
VENETO - Settanta nuovi medici di medicina generale entreranno a breve nel sistema sanitario territoriale del Veneto. E’ questo l’esito delle sessioni di colloquio finale del triennio della Scuola di Formazione Specifica di Medicina Generale della Regione conclusesi ieri, con il rilascio del diploma ai neo mmg, il 66% dei quali sono donne.
“Oltre al significativo segnale di una grande presenza femminile, che conferma il trend, già verificato negli ultimi anni – sottolinea l’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin - si tratta di un gran risultato per gli sforzi della Regione di fronte alle notevoli difficoltà che si incontrano nel garantire a tutti i pazienti l’assegnazione al medico di famiglia”.
L’assegnazione delle cosiddette “zone carenti” (aree che per pensionamenti o rinunce rimangono prive dell’assistenza del medico di famiglia) richiede una procedura molto complessa: la Regione Veneto ha attivato tutte le procedure previste dall’Accordo Collettivo Nazionale vigente per l’attribuzione degli incarichi, ossia le proposte di trasferimento, gli inserimenti tramite il coinvolgimento dei medici iscritti nella graduatoria regionale (attualmente circa 600), le assegnazioni tramite la ricerca della disponibilità di medici sull’intero territorio nazionale, ed infine coinvolgendo i medici frequentanti il corso di formazione specifica in medicina generale.
“Grazie all’impegno del Veneto sul piano delle normative nazionali – fa notare la Lanzarin - oggi è, infatti, possibile attribuire incarichi di natura temporanea anche agli studenti frequentanti la Scuola ma non ancora diplomati. Lavoriamo in un ambito molto difficoltoso – aggiunge - perchè molto spesso non si riescono a trovare medici disposti ad accettare gli incarichi proposti, a fronte di molte rinunce o mancate accettazioni, non solo relative a zone disagiate (es. montane o lagunari) ma anche nei quartieri di città. Il Veneto, comunque, continuerà a investire e sostenere la formazione, anche alla luce dell’esperienza della lotta al Covid, nella quale la medicina del territorio si è dimostrata insostituibile”.
La Scuola di formazione specifica in medicina generale nella Regione Veneto annovera quasi 500 studenti e prevede una frequenza triennale per un monte ore complessivo di 4.800. Per il prossimo luglio è atteso un ulteriore contingente di circa 200 nuovi studenti.
Nel percorso formativo si alternano lezioni d'aula e tirocini pratici svolti presso gli studi dei medici di medicina generale e presso le strutture della rete ospedaliera e distrettuale della Regione. La caratteristica della tutorialità, ossia della valorizzazione delle competenze dei professionisti che lavorano nel sistema sanitario regionale e che, in qualità di tutor, sono chiamati a trasferire conoscenze ed abilità ai nuovi medici, rappresenta il punto di forza della Scuola nella Regione Veneto.
Nell’ambito del corso appena concluso con i settanta nuovi diplomi, particolare attenzione è stata posta alla pandemia Covid-19. Molte Tesi hanno infatti analizzato le modifiche organizzative nell’accesso allo studio del medico di famiglia, l’utilità di implementare la telemedicina, l’attività delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) nate per supportare l’attività del medico di famiglia nella gestione a domicilio dei pazienti COVID.
I colloqui sono stati condotti alla presenza della Commissione d'esame presieduta dal dott. Maurizio Scassola e composta dal dott. Giampietro Stefani in rappresentanza dei medici di medicina generale, dal prof. Oliviero Olivieri direttore del Dipartimento di Medicina presso l’Università degli Studi di Verona, dal dott. Fabio Presotto direttore dell'UOC Medicina di Mestre, dal dott. Moreno Scevola direttore dell'UOC Medicina Generale dell’ospedale di Dolo, nonché della dott.ssa Maria Cristina Ghiotto in qualità di responsabile regionale della Scuola di formazione specifica di medicina generale.
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