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VILLADOSE

Il maniaco dei chiodi non desiste nemmeno a coprifuoco e restrizioni

Dopo qualche mese di relativa calma, torna l'incubo del “fabbro di Villadose” che ha messo in seria difficoltà molti automobilisti

Il pazzo dei chiodi colpisce ancora

VILLADOSE - Zona gialla, coprifuoco e restrizioni non fanno desistere il “maniaco dei chiodi”. Dopo qualche mese di relativa calma, nella giornata di sabato, sono riapparsi gli ormai famosi chiodi a quattro punte con i quali il “fabbro di Villadose” ha messo in seria difficoltà numerosi automobilisti che, per diverse ragioni, si sono trovati in questi anni a percorrere le strade del Comune polesano.

Ricominciano quindi le segnalazioni relative al maniaco che costruisce artigianalmente chiodi a quattro punte, che dissemina poi sul territorio comunale, colpendo indiscriminatamente le auto dei passati che finiscono con i copertoni bucati. Sono più di sette anni che questo vandalo continua la sua rischiosa e molto pericolosa pratica, cospargendo le strade di chiodi a quattro punte, realizzate unendo due cambre da falegname, rendendole dei veri e propri “campi minati”. Mentre le prime venivano meticolosamente assemblate utilizzando del filo di ferro, con il tempo il “Fabbro di Villadose” sembra avere affinato la tecnica riuscendo a farle rimanere unite semplicemente piegando tra loro i singoli chiodi.

Gli ultimi episodi, solo in ordine di tempo, si sono verificati nei giorni scorsi con il ritrovamento da parte di residenti, di alcuni chiodi disseminati sulla strada di via dell’Agricoltura. Fortunatamente pare che nessuna vettura sia stata coinvolta e, anche questa volta, nessuna conseguenza importante si è verificata a causa di questi chiodi, ma resta alta la preoccupazione per il continuo e praticamente ininterrotto impegno di questo maniaco che ha ormai distrutto decine di pneumatici, costringendo spesso gli automobilisti a manovre pericolose a causa delle forature. Una storia, quella del “Fabbro”, che continua ormai dal 2013, con una sola breve pausa di qualche mese durante il primo lockdown, pausa subito interrotta con la comparsa dei chiodi a quattro punte nei pressi dell’ex cava di pesca.

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