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ADRIA

Caso Socotherm: “Dovete dirci con chiarezza che cosa intendete fare”

La protesta di questa mattina in piazza Cavour dei sindacati

ADRIA – Ancora un mese per tentare di salvare lo stabilimento adriese della Socotherm anche se le speranze di veder riprendere l’attività produttiva sono ridottissime. Questa mattina, mercoledì 24 marzo, si è svolto in videoconferenza il tavolo di crisi regionale, mentre in piazza Cavour le maestranze hanno dato vita a un sit in pacifico, nel rispetto delle norme anti Covid, in segno di protesta. L’assessore regionale Elena Donazzan è stata perentoria nei confronti della multinazionale canadese Shawcor: “Dovete dirci con chiarezza che cosa intendete fare”. L’azienda ha vagheggiato, cercando qualche alibi, come la logistica, ovvero la distanza di Adria dal porto di Ravenna dove le produzioni vengano imbarcate. Alla fine si è presa un mese di tempo per dare una risposta. Enrico Rigolin (Cisl) ha fatto sapere che “l’azienda ha dato mandato alla Vertus, società advisor, per trovare acquirenti del sito adriese o qualche ramo aziendale” ribadendo che “lo stabilimento di viale Risorgimento è ampiamente positivo per i bilanci della multinazionale avendo versato nell’ultimo anno ben 17 milioni di euro”. Categorica Federica Franceschi della Cgil. “E’ inaccettabile – ha affermato con durezza – che un impianto produttivo che potrebbe occupare 300 persone con professionalità altamente qualificate, debba vivacchiare con una ventina di persone”. Da parte sua il sindaco Omar Barbierato ha ribadito che “Socotherm è vitale per l’economia adriese e polesana, la città ha investito molto sulle strade per favorire la viabilità dei mezzi pesanti, quindi dei collegamenti per i principali snodi logistici vicini, come appunto Ravenna”.

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