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Il decreto

"Noi che operiamo in fiere e sagre, siamo stati dimenticati"

Il pensiero di Giancarlo Zanella, vicepresidente di Cofipo, il Consorzio fieristi polesano

Una fiera da record: 50mila visitatori

ROVIGO - “Nel decreto del governo non c’è nulla che dia indicazioni particolari per quanto riguarda il nostro settore: noi, che operiamo nelle aree pubbliche, nelle fiere, nelle sagre e nelle manifestazioni fieristiche, siamo stati dimenticati. E’ come se non esistessimo”.

E’ chiaro il pensiero di Giancarlo Zanella, vicepresidente di Cofipo, il Consorzio fieristi polesano. Il settore a cui fa riferimento Giancarlo Zanella è quello degli operatori del commercio ambulante, ovvero coloro che operano nelle fiere e nelle sagre, oppure nel settore del cibo di strada.

“Aspetto lunedì, il 26 aprile, per capire cosa deciderà la regione - continua il vicepresidente di Cofipo - Abbiamo un governo che capisce metà delle cose che dovrebbe capire. Siamo in un’oasi di idee non certe, c’è confusione assoluta. Ho la convinzione che tutelino le grandi holding economico finanziarie e che non interessi nulla delle piccole attività”. E ancora: “Se si considera che la nostra area di appartenenza lavora solo all’esterno, cosa c’entriamo noi con i ristoranti, i bar e i pubblici esercizi? Nulla. Dovremmo essere liberi di poter lavorare, ovviamente nel rispetto delle prescrizioni anti Covid. Peraltro, tutte le manifestazioni che sono state organizzate da Cofipo nel 2020 sono state fatte sempre nel rispetto delle norme e delle misure di sicurezza generale. Il governo vive in un palazzo, non sanno nemmeno quello che succede fuori”.

I dubbi nascono anche con riferimento alle misure imposte ad altri settori. “Oltretutto non capisco perché si impongono restrizioni a bar e ristoranti, mentre poi ci sono attività che restano sempre aperte: o chiusi tutti o aperti tutti”.

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