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ARQUA’ POLESINE

Il Comitato civico: "Serve una verifica sull'ostello"

Vincenzo Martarello e Lucia Tita chiedono al sindaco Turolla di riferire sul futuro della struttura dopo la fine dell'emergenza profughi

“In che stato è adesso l’ostello?”

ARQUA' POLESINE - Ora che l’emergenza profughi è passata, occorre “verificare lo stato dell’ostello Canalbianco e delle attrezzature in esso contenute”. Ma non solo: “Bisogna fare chiarezza su quanto accaduto dal 2014 in qua, e capire se quella struttura sia stata utilizzata per scopi diversi da quelli per i quali è stata costruita, magari senza alcuna autorizzazione con atti formali, e con quali profitti per chi l’ha gestita”.

Vincenzo Martarello e Lucia Tita, a nome del Comitato Civico di Arquà vanno all’attacco della giunta Turolla. E lo fanno sull’argomento che (insieme alla macroarea…) più di tutti ha tenuto banco nel dibattito pubblico paesano in questi anni: l’accoglienza dei richiedenti asilo all’ostello Canalbianco, al confine con Bosaro, dalla primavera del 2014 in qua. Una gestione d’emergenza iniziata sotto l’egida dell’allora prefetto Provolo e con sindaco Claudio Rosa, e poi proseguita (fino a raggiungere il culmine massimo delle presenze nella struttura, vicinissimo a quota 100) in questi ormai sette anni di amministrazione Turolla.

Il Comitato vuole vederci chiaro e chiede di verificare lo stato della struttura, dopo sette anni di ospitalità. “Come cittadini di Arquà - dice la nota del comitato - ci auguriamo che dopo la beffa non vi sia anche il danno”. Perché quell’ostello - ricordano - “è stato costruito per iniziative di turismo scolastico e giovanile, per promuovere gli sport e in particolare quegli acquatici, per l’inserimento sportivo e lavorativo dei portatori d’handicap. Dal 2014 ad oggi, nulla di tutto questo risulta eseguito”. Accusa il sindaco di “poca trasparenza” in materia e chiede di sapere se “vi sia stato un cambio di destinazione d’uso dello stabile” e se ci sono, in Comune, “verbali di sopralluoghi avvenuti, o di qualunque altra forma di controllo della struttura. Ci si domanda altresì - si legge nel documento - se sia vero che la coop Aquathlon, che ha la struttura in gestione, abbia incassato somme da un’altra cooperativa a partire dal 2014 per il subentro. 

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