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Rovigo campione d'Italia
04.06.2021 - 10:37
ROVIGO - Mercoledì i Bersaglieri si sono laureati campioni d’Italia, sconfiggendo il Petrarca al Plebiscito, ma la conferenza al vetriolo di coach Umberto Casellato in sala stampa al termine della partita ha lasciato perplesso più di qualcuno. L’allenatore trevigiano, senza peli sulla lingua e sempre molto tagliente nelle sue dichiarazioni, ha affermato più volte di essere stato abbandonato (non ha specificato da chi, ma i primi sospetti ricadono sulla società) e di avercela fatta solo grazie al suo staff tecnico e ai tifosi.
Nonostante queste dichiarazioni a caldo dal retrogusto amaro, è un Casellato diverso quello che sentiamo ai microfoni di “Delta Radio”, intervistato da Paolo De Grandis. Forse dopo essersi tolto qualche sassolino dalla scarpa ha potuto apprezzare meglio la grande impresa di cui è stato artefice. Per la prima volta infatti, il tecnico ha parlato della partita e non della stagione in generale.
"E' stata una partita molto tirata, punto a punto - ha detto, sulla finale - i piccoli particolari potevano decidere la partita. Nelle due partite di regular season avevamo perso negli ultimi minuti, mercoledì abbiamo pareggiato i conti. Loro però avevano fatto un campionato migliore del nostro, sempre primi e con una sola sconfitta e un pareggio. Per fortuna ci sono i play off. Partite vinte così all’80’ hanno un grande significato per questo gruppo. Un gruppo che possiede gli attributi”.
“Ho sempre detto di aver lasciato Rovigo nel 2010 con un grosso rammarico - ha detto Casellato - Dovevo tornare a Rovigo per dare uno scudetto a questi tifosi e a questa città, e sono riuscito a regalare anche una coppa Italia”.
E sul suo futuro: “Ho firmato con il Rugby Colorno, per allenare la prima squadra. Gli obiettivi sono diversi, il primo sarà la salvezza. Conosco i punti forti e i punti deboli della società, avevo altre scelte ma ho voluto optare per la sicurezza visto che già conoscevo l’ambiente”.
E su Rovigo: “Avevo detto al presidente che sarebbe stata la mia ultima stagione. Sui social alcuni tifosi avevano esagerato sul mio conto, polemizzando su delle sostituzioni a detta loro sbagliate. Io faccio questo lavoro da 25 anni, non posso piacere a tutti quanti ma i modi sono importanti. Sono un professionista e una persona educata, quanto non mi rispettano sono amareggiato, non polemico. Ma il 99% della città di Rovigo è impressionante. A livello rugbistico ho vissuto un sogno che in Italia non esiste”.
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