VOCE
Rovigo
03.08.2021 - 20:58
Convinto il gruppo del Pd. Chendi: “Delibera modificata e tante rassicurazioni dai dirigenti”
Le modifiche alla delibera sulla cessione delle quote del Censer rassicurano il gruppo del Pd, dunque, a meno di sorprese dell’ultimo voto, oggi dovrebbe essere approvata la delibera che dà avvio alla dismissione delle quote del Comune dalla società partecipata.
Quasi contemporaneamente, il consiglio provinciale voterà un’analoga delibera per dismettere le sue di quote, pari a oltre il 33%.
Rimangono tante le pecche di una delibera sulla quale fanno perno milioni di soldi pubblici e rimasta nel cassetto per mesi. La Provincia, infatti, l’ha approvata nel maggio scorso. “Già, il perché non lo so nemmeno io - commenta il capogruppo del Pd Nello Chendi - qualcosa si deve essere arenato negli uffici in questi mesi. Sta di fatto che gli enti pubblici come Comune e Provincia non possono avere un compito così arduo che è quello di gestire un complesso come quello del Censer, che ha bisogno di essere legato a università, centri di ricerca e con forze, anche bancarie, di altro livello”.
Intanto la delibera per la variazione urbanistica del terreno agricolo in edificabile con una destinazione d’uso, non vincola il consiglio futuro, ma comunque impegna il Comune alla variante. Inoltre sarà messo nero su bianco che in una seconda fare il Comune affiderà a un tecnico di fiducia la sua valutazione del bene, per definire l’accordo.
“In questa fase non si compra, si vota solo l’ingresso nella società di un socio nuovo (Auxilia ndr) - spiega Nello Chendi - Ci sarà una stima degli immobili e del patrimonio di Censer da parte di una società scelta dal Comune, così come il Censer ha la sua”.
Per Chendi la funzione pubblica sull’area si è conclusa: “Non ha senso mantenere una partecipazione residua. La parte pubblica ha svolto negli anni passati il ruolo di recuperare degli immobili e di gestirli. Lasciamo fare questo lavoro a chi ha le potenzialità, come è un privato con dei mezzi che possano mettere a valore le prospettive di crescita. Con quattro bilanci in perdita, l’ente pubblico come il Comune e la Provincia può fare ben poco. Certo, rimane da capire come mai una società che ha gestito 30 milioni di fondi valga poco meno di 10 milioni di euro”.
Ma a questa domanda non si darà risposta oggi in consiglio. La stima è rimandata.
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