VOCE
REGIONE DEL VENETO
02.09.2021 - 11:49
VENETO - “Il demanio, nella prima regione italiana per numero di arrivi e presenze, rappresenta una leva strategica all’interno dell’offerta turistica Veneta. Gli elementi di incertezza che stiamo vivendo da 17 anni, e che interessano direttamente le concessioni balneari della costa Veneta così come le spiagge delle destinazioni del G20, devono suggerire alle pubbliche amministrazioni e agli imprenditori dei percorsi per ripensare alla spiaggia non più solo come luogo di balneazione ma come prodotto turistico integrato nel territorio”. Lo dice l’assessore al demanio della Regione del Veneto a Jesolo partecipando al tavolo “Il Demanio: da confine a risorsa da valorizzare”, nel corso del summit G20 delle Spiagge, dove è stata affrontata, in particolare, la questione legata alla direttiva Bolkestein.
“Nella speranza che la normativa italiana abbia forza rispetto alle richieste di chiarimento da parte della Comunità Europea, è comunque auspicabile intraprendere percorsi virtuosi, che non siano solo a macchia di leopardo. E’ quindi necessario sottolineare il ruolo che la Regione può avere in campo pianificatorio – continua l’Assessore -. Infatti, proprio il tempo della pianificazione e i piani particolareggiati dell’arenile dovranno essere gli strumenti urbanistici e normativi per mantenere capacità attrattiva e leadership delle nostre spiagge”.
“Qualora la normativa italiana non sia riconosciuta in campo europeo sarà necessario creare le condizioni affinché il demanio, bene pubblico, venga considerato come prodotto integrato nella destinazione e la sua gestione, affidata attraverso delle gare, non potrà più poggiare solamente sul concetto di concorrenza – continua ancora l’assessore al demanio -. Bisogna saper impostare correttamente le gare per sorreggere l’economia turistica delle nostre destinazioni”.
“E proprio il tema delle gare e della concorrenza per la gestione delle concessioni demaniali non può, quindi, essere slegato dall’idea di destinazioni turistiche gestite come comunità che condividono, attraverso processi partecipativi, una visione comune dell’idea di sviluppo sostenibile del territorio – specifica l’Assessore -. La gestione deve essere frutto e parte di questa nuova visione condivisa, anziché essere totalmente avulsa dal contesto e dalla destinazione”.
“In questo senso ritengo che le stesse sedici Organizzazioni di Gestione della Destinazione previste dalla nostra legge turistica, possano in futuro giocare un ruolo chiave nella definizione dell’evoluzione corretta della destinazione balneare come realtà turistica e molti progetti che stiamo portando avanti come Giunta regionale vanno proprio in questa direzione – dice ancora il rappresentante del Veneto -. Come il concetto allargato di destinazione, che si potrà estendere all’insieme delle località balneari venete, ma anche a quelle del Friuli Venezia Giulia e dell’Emilia Romagna. Un’idea di modello di sviluppo turistico sostenibile dell’Alto Adriatico (Obere Adria) che sta già evolvendo rispetto ai decenni precedenti”.
“Qui abbiamo le eccellenze in termini di offerta turistica nazionale in tema di turismo accessibile con i progetti Tourism for All e del turismo sociale ed inclusivo, oltre alla grande capacità delle nostre imprese di sviluppare innovazione e differenziazione di prodotto - conclude l’Assessore -. Ciò che forse ancora manca, ma sul quale stiamo lavorando, è un modello di gestione che possa poggiare su un’unica struttura di presidio organizzato della destinazione”.
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