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ROVIGO

Nel quartiere Commenda si parla di futuro

Luci ha dato vita a una biciclettata culminata con un incontro sulle problematiche del quartiere

Nel quartiere Commenda si parla di futuro

Luci ha dato vita a una biciclettata culminata con un incontro sulle problematiche del quartiere

ROVIGO - Il progetto “Luci-Laboratori urbani per comunità inclusive” ha messo in campo una nuova iniziativa per capire come cambia la città.

L’appuntamento è avvenuto ieri ed è stato suddiviso in due momenti principali. Il primo ha preso il via alle 9.45, in piazza Beato Gloranni Palatucci, attraverso una passeggiata urbana, mentre il secondo è stato un workshop, condotto da membri di Inu Veneto e dell’università Iuav di Venezia.

L’obiettivo è stato quello di cercare di comprendere esigenze e desideri dei cittadini, immaginare un nuovo utilizzo dello spazio pubblico, analizzare le trasformazioni nel quartiere Commenda.

L’evento di ieri prendeva il titolo di “Come cambia la città” ha visto, quindi, un percorso in bici nel quartiere Commenda e poi un seminario all’aria aperto in largo fratelli Bandiera, alla presenza dei relatori quali Laura Fregolent, ordinario di tecnica e pianificazione urbanistica allo Iuav Venezia, Anna Agostini, esperta di progettazione partecipata e sviluppo sostenibile, Matteo Basso, ricercatore in pianificazione territoriale e politiche pubbliche del territorio Iuav Venezia e Denis Maragno, ricercatore di Giscience for spatial planning allo Iuav di Venezia.

L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Fiab Rovigo, rientra nelle attività del progetto “UrbanLab-La città come laboratorio di apprendimento permanente”, promosso da Arci provinciale e finanziato dalla Regione del Veneto con fondi statali del ministero del lavoro e delle politiche sociali; il progetto, rispondendo agli obiettivi generali individuati dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, mira a generare, tramite patti collaborativi orizzontali, azioni politiche che possano essere di sostegno alle amministrazioni locali, facendo fronte, grazie al coinvolgimento diretto dei cittadini e all’applicazione del principio della sussidiarietà, anche alle sempre più stringenti limitazioni dei bilanci pubblici.

E così, attraverso la realizzazione di una serie di azioni coordinate, si intende promuovere nuove reti sociali e fornire strumenti a quelle esistenti, aumentare il capitale culturale attraverso l’interazione e lo scambio tra saperi, accrescere i legami di comunità, creare inclusione e contribuire al ripensamento dei vuoti urbani, dei servizi locali e, in generale, formulare una nuova visione di territorio.

Ed è proprio quello che è accaduto ieri con uno scambio tra i partecipanti e gli abitanti del quartiere Commenda che hanno raccontato ai ricercatori il modo di vedere quella parte di città e i ricercatori stessi, poi, ne hanno dato una lettura diversa rispetto alle persone che vivono all’interna di essa.

Una mattina di confronto e di proposte con l’obiettivo di dare un nuovo volto, magari in futuro, ad alcune aree “senza una personalità” all’interno della nostra città.

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