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Grande Fiume, tra passato e futuro

Meuccio Berselli: "La gestione delle acque, un tema fondamentale per noi"

Grande Fiume, tra passato e futuro

fiume Po

ROVIGO - A 70 anni esatti dall’alluvione del Polesine di quel 14 novembre del 1951, la celebrazione dell’anniversario dei tragici eventi diventa un momento di incontro per conservare la memoria, ma con lo sguardo concentrato sul presente e sul futuro del Grande Fiume. Una ferita aperta che ha insegnato a migliorare e che impone una seria riflessione su ciò che è più necessario e prioritario oggi in termini di pianificazione territoriale.

Su iniziativa dell’Accademia dei Concordi - Ato Consiglio di Bacino Polesine - Comune di Rovigo - Consorzio Università di Rovigo - Ordine degli Ingegneri e Università degli Studi di Padova e con il patrocinio dell’Autorità distrettuale del fiume Po – Ministero della Transizione Ecologica, della Regione Veneto e di Aipo il convegno ha focalizzato l’attenzione e gli interventi delle numerose istituzioni e dei portatori di interesse presenti alla Camera di Commercio rodigina sulla realtà attuale dell’area del Polesine, inserita in uno scenario di mutamento climatico globale. Quali investimenti? Quali risorse? Quali possibili e potenziali ritorni economici e ambientali? Per far crescere il Polesine incrementando la crescita demografica locale anche grazie ad una maggiore sicurezza idraulica garantita da opere di pianificazione utili e alla capacità ingegneristica.

“La gestione delle acque è diventata uno dei temi prioritari del nostro paese – ha esordito il segretario generale del Distretto del Po Meuccio Berselli – progettazione e pianificazione adeguata sono un investimento sul domani a beneficio delle future generazioni e capacità resilienti di sviluppo e tutela del comprensorio. Tanto è stato fatto dal 1951 ad oggi, ma è venuto il momento di aumentare lo sforzo proprio per l’imprevedibilità climatica degli ultimi anni. Le ultime criticità evidenziate lungo l’asta e negli eventi recenti mostrano come sia assolutamente necessario intervenire per riportare in quota una buona parte di quel 50% di livello arginale che oggi ancora manca purtroppo all’appello per assicurare anche a quest’area, così penalizzata in passato, più serenità sociale, economica ed ambientale. Pianificazione e programmazione sono la polizza per la resilienza e l’adattamento dei territori ed è per questo che l’Autorità distrettuale e Aipo devono proseguire nella strada intrapresa e consolidare l’azione in tutto il distretto”.

Per Aipo, l’agenzia interregionale del fiume Po, è intervenuto il direttore generale Luigi Mille sui temi di “navigabilità e rinaturalizzazione delle fasce fluviali”.

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