VOCE
L'ANALISI
21.11.2021 - 14:45
Gianni Nonnato, esponente del Psi di Rovigo
"Da tempo sostengo che il Polesine è stato soltanto una zona di attraversamento. La ferrovia e l’autostrada rappresentano scelte di economie esterne che hanno avuto l’esigenza di attraversarlo il più rapidamente possibile. Del resto l’economia agricola che lo caratterizza da sempre non richiedeva una logistica particolare. Chi lo capì e pensò anche ad una economia di relazione e di produzione pensò ad un più efficiente attraversamento est-ovest. Individuò nella ferrovia Venezia-Verona e nella modalità fluviale le prime infrastrutture strategiche che avessero consentito anche collegamenti legati alle economie del Veronese, del Mantovano e del Veneziano".
Parte da qui l'analisi di Gianni Nonnato, esponente del psi ed ex assessore provinciale alla pianificazione. "Una ulteriore spinta verso queste economie e verso il superamento della visione esclusivamente agricola è stata anche la realizzazione della superstrada Verona-Rovigo che doveva proseguire fino al mare soprattutto per il necessario rilancio dell’economia turistica deltizia - prosegue - Sembrerebbe, quindi, che questa infrastrutturazione fosse da considerare sufficiente per garantire lo sviluppo del produttivo. Come a dire dalla logica dell’attraversamento si passa automaticamente a quella dell’insediamento. Anche Amazon avrebbe potuto rappresentare un segnale in questo senso".
"Ma così ancora non è! La ferrovia non ha registrato un interesse proattivo della Regione e, purtroppo, nemmeno delle istituzioni locali in grado di offrire efficienza ed opportunità. Anzi! Solo recentemente si è parlato della trasformazione a gas del tratto Venezia-Chioggia che può far pensare e sperare anche in una spinta per la Chioggia-Verona. Lo stesso si può dire della modalità fluviale. Ancora inibisce la Quinta classe ai ponti di Rosolina e di Arquà. Cosa è mancato quindi al Polesine? Certamente una Istituzione ed una Politica autorevoli che possano diventare contrattualmente forti con Regione e Governo".
"Da diventare strumento di rilancio di un’economia in grosso ritardo sulle economie contermini. Il Polesine non è rimasto così solo un‘isola, ma anche un isolato! E’ ora di dire basta! E’ ora di privilegiare il confronto politico sulla programmazione e sulla visione strategica; che abbandoni le polemiche di potere e privilegi il Progetto. Anche Cgil, Cisl e Uil hanno recentemente sollecitato una spinta di questo tipo. Purtroppo la miopia della politica produce anche assenza di autorevolezza e così oltre che fermi continuiamo a manifestare ancora gravi ritardi".
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