VOCE
TRECENTA
23.11.2021 - 17:23
TRECENTA - Da parte di Paola Panziera e Guglielmo Brusco, trecentani, esponenti di Rifondazione comunista e coniugi, una lettera aperta al sindaco di Trecenta Antonio Laruccia. Per chiedere la valorizzazione, la promozione e la tutela di una vera eccellenza gastronomica trecentana: il salame all'aglio.
"Egregio Sig. Sindaco, gran parte della popolazione della nostra Provincia e perciò anche del nostro Comune, ha per secoli costantemente vissuto in condizioni economiche e ambientali molto difficili. Per questo, a partire dal 1800, si sono avute grandi ondate di emigrazione, anche di nostri famigliari, soprattutto gente giovane, fughe che hanno ancor più contribuito a frenare lo sviluppo della nostra terra. Ma alcune potenzialità sono comunque emerse e consolidate e tra queste, quelle di saper ora controllare con molta efficacia la furia delle acque dei nostri fiumi, di avere una agricoltura con punte di qualità molto buone e di poter vantare alcune qualità di cibo e bevande veramente eccellenti. Tra queste, ricordate da parenti ed amici (anche non altopolesani) che ci onorano della loro presenza alle nostre tavole, il cibo più importante, gustato, ricordato e rimpianto (per non poterlo avere in aree distanti dal Polesine), è certamente il nostro Salame all’Aglio.
Per questo, crediamo di potere e dover riconoscere a chi, negli anni ’80 del secolo scorso, aveva lanciato l’idea della Festa del Salame di Trecenta, a chi aveva reso più conosciuta la tradizione coltivata in famiglie anche molto povere che per poter mangiare qualcosa di nutriente e saporito, allevavano e sacrificavano il loro maiale, di aver visto giusto. Il tema era importante e forse anche a livello istituzionale, locale e regionale, non c’è stato il necessario sostegno.
Nonostante questo, il dono di qualche salame e cotechino all’aglio di Trecenta che qualche amico agricoltore ci può fare, rende più ricche le nostre tavole, anche dal punto di vista storico e culturale. Una ricchezza espressa in sapore che potrebbe rendere Trecenta un più importante punto di riferimento polesano, regionale e anche oltre. Magari con prospettive interessanti anche dal punto di vista economico.
Per questo chiediamo se non sia il caso che il Comune di Trecenta si impegni urgentemente e con decisione, per rimettere in moto un interesse istituzionale relativo a questo importante Prodotto Tipico. Perché, con l’aiuto delle persone che ad esempio organizzavano la Festa del Salame di Trecenta e poi magari preparavano e conservavano senza fini di lucro, salami e cotechini all’aglio per tanti soci ed amici, non si cerca di rendere stabile una Associazione, se possibile anche di carattere intercomunale, una specie di Accademia del Salame all’Aglio Trecentano e Altopolesano? Perché non si cerca e prepara la strada per cercare di avere un Prodotto Protetto nel nome e nella qualità? Perché non si cerca di potenziare il prestigio dell’Istituto Bellini con un collegamento più evidente e preciso attorno a questa originale produzione alimentare trecentana? Perché non si cerca una opportunità di carattere economico e commerciale intorno a questi prodotti all’Aglio, che sono graditissimi anche ad ospiti provenienti da molto lontano?
Queste sono solo riflessioni, domande e proposte, senza fini strumentali. Si tratta di un appello che cerca di rilanciare una nostra tradizione e che può portare anche ad alleanze tra comuni altopolesani, utili per costruire una solidarietà che per ora non appare così forte e chiara.
Egregio Sig. Sindaco, siamo consapevoli delle difficoltà che ci sono in un momento sanitario ed economico così grave. La pandemia Covid, ci opprime e rischia di tenerci legati solo alla triste realtà in cui oggi viviamo. Proprio per contrastare questo, crediamo che idee come quelle sopra illustrate, possano dare risposte positive. Una comunità, oltre che lottare contro le negatività deve lavorare anche per un futuro migliore, liberato dall’oppressione e pronto a riprendere una strada di speranza, legata anche alla qualità dei propri prodotti e alla capacità di loro produzione da parte della propria gente".
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