VOCE
SANITA'
03.01.2022 - 18:29
ROVIGO - "Leggiamo sulla stampa i toni trionfali della Direzione Generale dell’Ulss 5 per gli accordi raggiunti, principalmente per l’Area della Dirigenza, come un traguardo raggiunto dalla stessa. Dopo una dichiarazione di stato di agitazione, l’incontro dal Prefetto, comunicati stampa dei Sindacati, e oltre un anno di trattative e scontri, si arriva ad un accordo che chiude una situazione che aveva dell’inverosimile… Ore di straordinario fatte in un contesto gravissimo, che non si volevano riconoscere… più che un plauso forse era il caso di fare un mea culpa per il tempo perso in inutili scontri, mentre la situazione nei reparti e servizi è drammatica". Ad attaccare i vertici dell'Ulss 5 è il sindacato Cgil, da solo, dal momento che, di recente, si è consumata una pesante frattura tra le sue posizioni e quelle degli altri sindacati nazionali e di categoria.
"Ci sarà chi dice che la Cgil vede solo il bicchiere mezzo vuoto - prosegue Benazzo - ben difficile vederlo pieno se per ottenere il pagamento del lavoro fatto in più nel 2020 bisogna aspettare gennaio 2022. Se poi andiamo a verificare che le risorse utilizzate sono previste dal Contratto Nazionale, nulla da bilancio aziendale, l’accordo rappresenta semplicemente una corretta allocazione delle stesse. Se poi andiamo a verificare che, mentre nel 2020 venivano svolte migliaia di ore di straordinario per far fronte alla drammatica situazione, dell’oltre milione di euro messi a disposizione dal Governo e dalla Regione per l’attività aggiuntiva dello stesso anno, la Direzione riusciva, per 'difficoltà' progettuale, a finalizzarne soltanto poche decine di migliaia, determinando risorse economiche non utilizzate mentre i lavoratori chiedevano il giusto riconoscimento del lavoro svolto, un po' di amaro in bocca rimane".
"Se andiamo a verificare che le risorse, non utilizzate nel 2020 per le 'difficoltà' sopra citate, vengono utilizzate, senza nessun confronto e informativa alle parti sindacali, nel 2021 per ulteriori prestazioni fuori orario di lavoro, mentre residuano per il 2021 oltre 1 milione di risorse contrattuali che ancora una volta non vengono spese nell’anno di competenza, già da ora possiamo preannunciare che ci troveremo ancora costretti ad ulteriori azioni per riconoscere quanto svolto nel 2021 con i carichi di lavoro che stanno minando la stessa salute di chi lavora".
Poi, un passaggio anche sulla questione delle progressioni orizzontali per il personale non dell'area dirigenziale, dove pure si è consumata una pesante frattura tra Cgil e gli altri sindacati. "Infine - prosegue la comunicazione di Cgil - relativamente all’accordo sulle progressioni del comparto, nulla è valsa la manifestazione dei lavoratori che chiedevano il ritiro di una inutile prova scritta che, oltre a potersi considerare oggetto delle attenzioni del Gabibbo per come si è svolta, è costata circa 15mila euro, soldi che certamente potevano essere spesi meglio. In merito poi al 'giusto riconoscimento' dei lavoratori si rappresenta che nel 2020 sono transitati solo il 30%, a fronte del 50% inizialmente concordato, e che, nel 2021, sta transitando un altro 35%. Facile giocare con le percentuali dicendo che passano il 50% quando il numero si riferisce ad una parte dei lavoratori (1750 su circa 2500). Di fatto, anche applicando le percentuali come più volte sostenuto dalla Direzione, per il taglio non giustificato del 2020 e il tetto utilizzato nel 2021, si penalizzano circa 150/200 lavoratori, e, cosa più grave, questo avviene malgrado ci siano le risorse contrattuali per farlo. Ci sono ulteriori 113mila euro che non vengono utilizzati, cosa purtroppo contestata dalla sola Cgil, e per questo ci troviamo nuovamente a chiamare la Direzione dell’Ulss al confronto nel tavolo dal Prefetto dichiarando lo stato di agitazione del personale fino all’estremo dello sciopero, se continueremo ad essere inascoltati".
Accuse alle quali l'azienda sanitaria, col direttore amministrativo Urbano Brazzale intende rispondere punto per punto, partendo proprio dalle progressioni orizzontali. "Cgil - spiega - non ha voluto sottoscrivere l'accordo, necessario per introdurre, nella graduatoria, il requisito della selettività, che ci viene richiesto. All'epoca ci dissero che l'esame era troppo difficile, ora invece prendiamo atto che lo definiscono 'da Gabibbo'. In realtà la prova scritta è servita al duplice scopo di introdurre un criterio di selettività e di fare formazione sul codice di comportamento dei dipendenti. In ogni caso abbiamo demandato al collegio sindacale eventuali ulteriori chiarimenti. Con questo accordo, in un triennio sostanzialmente tutti i dipendenti ottengono la progressione".
Anche sulla questione delle ore svolte in emergenza Covid dalla dirigenza medica Brazzale ritiene come vi siano doverose precisazioni da fare. "Il contratto della dirigenza medica non prevede ore di straordinario ma 'progetti'. Detto questo, noi abbiamo gioito per questo accordo, come credo sia doveroso fare. Tutte le parti hanno fatto il massimo possibile e, davvero, non capisco l'astio di Cgil. Come è possibile pensare che vogliamo penalizzare, se non perseguitare, i nostri dipendenti, ossia la nostra risorsa?".
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