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SCUOLA E CORONAVIRUS

Isolamento, l'incubo delle classi

La preside Sgarbi: “Un disastro per i nostri ragazzi sempre meno abituati a socializzare"

Isolamento, l'incubo delle classi

ROVIGO - Il grave episodio avvenuto nella classe prima dell’Ipsia Marchesini ha subito messo in allarme la dirigente scolastica Isabella Sgarbi, una donna sempre attenta al percorso educativo dei suoi alunni. “Stiamo facendo le ricerche del responsabile o dei responsabili - racconta la preside - per capire come sono avvenuti i fatti e come bisognerà stigmatizzare l’accaduto”.

La cosa ancora più grave di questo terribile scherzo è che i ragazzi protagonisti appartengono a una classe prima. E la dirigente vede in questo dettaglio l’effetto o uno degli effetti del prolungato lockdown e del distanziamento tra i giovani. “Questi ragazzi praticamente non hanno frequentato le medie, non hanno frequentato una classe, hanno fatto Didattica a distanza, poco sport, poco gruppo. Io non voglio dare tutta la colpa al Covid, lungi da me, ma come l’alunno che accoltella il bidello (è successo in questi giorni a Sulmona), così a Rovigo succedono questi fatti. Noi che abbiamo un ruolo educativo siamo tutti preoccupati. I bambini dell’infanzia non salutano, chiedono l’igienizzante per le mani, i bambini di prima elementare hanno frequentato le classi davanti ai computer”.

I carabinieri si sono recati subito nell’istituto per dare una bella strigliata alla classe. “Erano in 13, perché come tutte le classi sono dimezzate - spiega Sgarbi - La cosa raccapricciante è che ci sono degli episodi, come le violenze ai gattini o bravate terribili come questa, che hanno un doppio binario cioè si può sviluppare uno spirito di emulazione”.

La classe prima dell’Ipsia Marchesini sarà ora seguita da un team: “Abbiamo subito messo a disposizione - spiega ancora il dirigente - una psicologa, una docente di scienze e una di diritto. La vicenda è piuttosto delicata e ha per noi anche un carattere educativo perché siamo tutti chiamati a riflettere sugli effetti negativi che il Covid ha avuto sui ragazzi. Non capire poi che un igienizzante può bruciare lo stomaco è grave”.

Con l’onda mediatica che la notizia ha avuto su Rovigo, molti genitori si sono rivolti alla scuola per capire cosa sia successo e che ambiente c’è.

“Qui si parla di reati, non c’è nulla da scherzare - ripete Isabella Sgarbi - e noi indagheremo per parlarne con i diretti interessati. E prendere provvedimenti. Ma c’è un fenomeno più generale di grande disagio sociale tra ragazzi che stanno vivendo una dissociazione con la realtà, trascorrono ore e ore davanti ai videogiochi. Non c’è la censura, ma bisogna riflettere in generale su quale gioventù stiano vivendo i nostri ragazzi”. E’ marginale per Sgarbi, ma la battuta ci sta. Ci mancava solo lo scherzo con l’igienizzante e tutto quello che ne consegue nella congerie di piccole, medie e grandi preoccupazioni che il Covid si porta con sé nel sistema scolastico di questi anni.

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