VOCE
OCCHIOBELLO
21.01.2022 - 16:13
OCCHIOBELLO - Doveva essere il grande centro commerciale della Sinistra Po, un villaggio dello shopping a due passi dal Po, inserito anche nei circuiti della visitazione e del turismo fluviale, a basso impatto paesaggistico, un outlet di nuova concezione. Doveva essere ma non è stato, perché la storia dell’Outlet di Occhiobello è una storia che, davvero, non è mai cominciata.
L’apertura è arrivata con un ampio ritardo rispetto a quanto preventivato e, di fatto, la grande struttura commerciale che sorge tra la piscina comunale di Occhiobello e il casello dell’autostrada non è mai decollata davvero, non è mai stata pieno regime, non ha mai accolto tutte quelle decine di negozi, con tanti grandi marchi, che inizialmente erano previsti. Un declino arrivato senza che mai si conoscesse il momento di massimo splendore.
Alla fine, la chiusura. E, poi, le tante ipotesi, le tante speranze. Prima una cordata canadese che avrebbe dovuto rilevare la struttura e darle una seconda vita, o forse una prima vita vera. Se ne è parlato a lungo, ma non è accaduto. Poi, più di recente, l’idea di realizzare una cittadella per servizi sociosanitari. Non se ne è più saputo nulla.
Resta una struttura praticamente nuova, ancora attrezzatissima, enorme e suggestiva. Design moderno, una piccola città immaginata per essere piena di famiglie e di vita. Non ha mai conosciuto né le une né l’altra.
E sì che, inizialmente, le ambizioni erano davvero grandi, c’era la convinzione di realizzare una struttura che fosse in grado di fare concorrenza ai grandi outlet del Nord Italia, affacciandosi sul mercato internazionale e richiamando visitatori sino dalla Cina. Grazie, anche, come detto, a una fortissima sinergia col turismo, che avrebbe dovuto guardare anche al Bassopolesine, al Delta del Po e alle sue meraviglie.
Non a caso, all’interno della struttura di vendita erano stati previsti anche punti informativi col compito di decantare lo splendore del Delta; in effetti, una meraviglia che abbiamo solo noi, con tutte e carte in regola per richiamare visitatori anche dall’Oriente, dalla Cina e oltre. Purtroppo, non è andata così. E, appunto, anche per il futuro pare di certezze non ce ne siano.
A inizio 2021, in corrispondenza della notizia del fallimento della struttura, era circolata la voce di una prospettiva di rilancio. Sarebbero infatti almeno due le cordate di imprenditori che hanno dimostrato interesse per la zona, ed in entrambi i casi, l’idea di rinascita legata al luogo è la medesima: appunto quella di trasformarlo in un residence per anziani di qualità.
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