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SINDACATO ROVIGO

Studente muore al lavoro: era in azienda per lo stage

L'allarme di Cgil Polesine: "I ragazzi non sono dipendenti a costo zero"

"Morto a 18 anni in azienda: vittima del lavoro gratis"

ROVIGO - "Ancora una tragedia, quasi non bastassero gli infortuni e le molte morti che quotidianamente coinvolgono lavoratori che, a causa di condizioni di sicurezza precarie o scarsa manutenzione dei mezzi e degli impianti, mettono continuamente a rischio la propria vita. Ma qui si tratta, se possibile, di qualcosa di ancor più grave, perché non stiamo parlando di un lavoratore, ma di uno studente di 18 anni che si apprestava a finire il periodo di formazione prevista dalla ex 'alternanza scuola – lavoro', ora definito Pcto (percorso per le competenze trasversali e l’orientamento)".

Lo dice Valter Ciancaglia, segretario generale Flc Cgil Rovigo, con riferimento alla tragedia del giovane Lorenzo Parelli, che ha scosso non solo Castions e tutta la provincia di Udine, dove si è verificata, ma tutto il paese. "Come più volte segnalato dal sindacato, anche a livello locale, dietro a questo acronimo (Pcto appunto) troppo spesso si nascondono utilizzi impropri di questo strumento da parte di imprenditori che in questo modo vedono la possibilità di sfruttare la presenza in azienda dello studente per utilizzarlo di fatto come un dipendente a costo zero. Riemerge ancora una volta il grave problema del lavoro considerato un semplice costo da abbattere e non come un valore. In casi come questo poi le conseguenze finiscono per essere addirittura tragiche".

"Questa situazione non è più accettabile e va messo urgentemente un freno a quello che un uso distorto della legge 107 del 2015 (ed i mancati controlli sulla sua corretta applicazione) ha purtroppo in molte occasioni determinato: la proliferazione di esperienze che nulla hanno a che vedere con il percorso educativo vero di 'alternanza' che lo studente dovrebbe seguire, con la conseguenza di risultare improvvisate, se non inventate, e di nessuna qualità formativa".

"Dobbiamo quindi chiederci se abbia un senso continuare a percorrere questa strada, impegnando le scuole in affannose ricerche sul territorio di aziende che possano ospitare stagisti, mettendole spesso in condizioni di difficoltà, non fosse altro per la mancanza spesso di soggetti che diano una garanzia certa sull’uso corretto dello strumento, a partire dal rispetto rigoroso di tutte le norme sulla salute e sicurezza a tutela di questi giovani studenti che non devono essere considerati dipendenti della Ditta ospitante. Ben diversa è l’esperienza tedesca su tale modalità di alternanza scuola-lavoro, alla quale in Italia si dichiara d’ispirarsi, con controlli molto più rigidi e frequenti da parte degli Enti preposti e con certificazioni molto più stringenti richieste alle eventuali Aziende ospitanti".

"Crediamo sia giunto il momento d’intervenire in maniera netta sull’obbligatorietà dei Pcto fino ad arrivare, se necessario, anche all’abolizione delle norme stesse che li regolano. Non da oggi infatti chiediamo che su tale delicato tema il Ministero dell’Istruzione intervenga con chiarezza, per garantire alle famiglie che i loro ragazzi possano godere del diritto di avere una formazione corretta e svolta in condizioni di sicurezza, per non dover ritrovarci poi a rivivere simili tragedie".

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