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BADIA POLESINE

Case di riposo, preoccupa l'isolamento degli anziani

L'appello del Pd: "Abbandonati da prima di Natale a causa del contagio: serve aiuto psicologico"

Case di riposo, preoccupa l'isolamento degli anziani

BADIA POLESINE - "La casa di riposo in queste settimane ha visto molti ospiti positivi e dopo le nostre richieste di chiarimenti, soddisfatte parzialmente, apprendiamo che la situazione resta comunque molto delicata. Infatti gli ospiti da prima di Natale non possono vedere i familiari e, proprio a causa del contagio molto diffuso all’interno della struttura, i nostri anziani sono isolati nonostante l’enorme sforzo del personale sanitario tutto".

Lo spiega il comunicato del Circolo del Pd di Badia Polesine. "Quello che più ci preoccupa è la situazione psicologica dei nostri anziani - prosegue la comunicazione - la quotidianità, già di per sé diminuita in condizioni normali, risulta completamente azzerata a causa della prevenzione della diffusione del virus. Manca il contatto con le proprie famiglie, visto che anche le videochiamate con i familiari sono state sospese, e manca loro soprattutto la quotidianità delle piccole cose che in
casa di riposo possono farsi: camminate, chiacchierate, giochi, e in generale tutto ciò che permette loro di ‘far passare la giornata’".

"Ecco allora che proponiamo alla Direzione e al Consiglio di amministrazione della casa del sorriso una riorganizzazione – seppur temporanea – affinché parte del personale, e dunque psicologi, animatori, fisioterapisti e altre figure professionali a disposizione, possa essere dedicato al supporto psicologico verso gli ospiti. Questo col fine di alleviare le sofferenze dei nostri anziani in questo complicato periodo, e in particolar modo durante queste settimane di isolamento".

"Le persone ospiti della casa di riposo, come tutti sappiamo, sono particolarmente fragili in situazioni ordinarie: ora lo sono davvero molto di più e non devono – né possono – essere abbandonate ma supportate il più possibile, per prevenire disagi delle persone accudite dalla struttura".

"È chiaro che questa riorganizzazione auspicata, non può e non deve pesare su operatori sociosanitari e infermieri, vista la ben nota carenza di personale presente nella Casa del Sorriso".

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