VOCE
Bandiera Gialla
10.02.2022 - 14:35
ROVIGO - Cinquecento famiglie tra Rovigo e provincia, circa 1.500 persone, adulti e bambini. A loro manca da mangiare, manca un pasto, due, perché no, al giorno. Manca la pasta, lo zucchero, il pomodoro, la verdura e la carne. E manca anche un fornello su cui cucinare. Perché oltre all’emergenza alimentare, c’è quella abitativa, che con il Covid è aumentata. “Ci sono casi in cui in quattro abitano in 10 metri quadrati - racconta Davide Sergio Rossi, presidente di Bandiera Gialla, che questa crisi strisciante la sta vivendo in prima persona insieme al suo esercito di volontari - Uno spazio così piccolo in cui si cucina, si dorme, si va in bagno. Non è dignità per usare le parole di Sergio Mattarella”.
La povertà, la fragilità a Rovigo non è palpabile come nelle grandi città, ma c’è. “Sono una ventina le persone che in città dormono sotto le stelle - usa un’immagine poetica Rossi, ma non per nascondere un grossissimo disagio - A queste persone, è una cosa che mi dà molta preoccupazione e un po’ fastidio, non riusciamo a riorganizzare una mensa serale, un pasto caldo”. Già, perché un altro effetto deleterio del Covid a Rovigo è stata la chiusura della mensa dei Frati Cappuccini, come quella di “Porta Amica”, a San Giovanni Bosco dove le restrizioni dovute alla pandemia, hanno imposto di limitare gli accessi.
“Ai Cappuccini alle 11,30 ogni giorno si forma la fila per un sacchetto con dentro il minimo indispensabile - continua il presidente di Bandiera Gialla - poi la grave marginalità si perde per le strade, non so nemmeno io dove vadano a mangiare. Abbiamo preparato una rete con Porto Alegre, le parrocchie di San Bortolo, il Duomo, il Comune, ma di fatto non c’è un punto di riferimento, cerchiamo una posto, una cucina, ma non si trova. La sera vanno al San Michele, ma anche questo andrebbe migliorato. E’ certo che il Covid ha portato a questa ulteriore marginalità”.
Nei tre anni in cui Bandiera Gialla (come Caritas, Croce Rossa e altre associazioni di volontariato) è stata in prima linea l’associazione non si è fermata ed è cresciuta parallelamente alle esigenze del territorio. “Abbiamo intercettato numerose altre famiglie che sono andate in difficoltà. Se erano 300 qualche anno fa tra Rovigo e Provincia (arriviamo a Trecenta e nell’Alto Polesine e fino a Porto Viro grazie ai nostri soci), oggi sono 500. Seguiamo il 75% - 80% di famiglie italiane, mentre il resto sono straniere, con regolare permesso di soggiorno. Siamo cresciuti anche nei controlli. Facciamo controlli incrociati, affidandoci ai Servizi sociali del Comune o controllando l’Isee, affinché il 99% di quello che diamo e che facciamo vada a persone che hanno realmente bisogno e ce ne sono tante”.
Bandiera Gialla, che da 100 iscritti è arrivata ad avere 1825 iscritti per un introito di 18.250 euro, ha investito comprando beni a lunga conservazione. “Il mio numero è pubblico - racconta ancora Davide Sergio Rossi - e la gente mi chiama in ogni momento della giornata. E’ gente disperata e sono punto di riferimento per molte disgrazie. La povertà non è solo la mancanza di una minestra, ci sono tanti aspetti che vengono a mancare, persino l’igiene. Ecco che l’aumento di 200 famiglie in un anno e mezzo di pandemia è un dato importante”.
La rete di associazioni che in questi ultimi anni è nata “è in fase di crescita costante. Anche il Csv sta facendo la sua grande parte e ci dà una mano. Proprio oggi avremo un incontro online tra di noi per discutere di povertà e impegno sociale”. Fare volontariato non è facile. “Se non c’è volontariato spassionato è grave. Noi siamo a disposizione del territorio, basta che non ci siano interessi politici, personali o privati dietro. Una 70ina dei nostri volontari è impegnata insieme a Croce Rossa al Censer per le vaccinazioni. E’ un impegno civile e lo facciamo spassionatamente. Abbiamo ricevuto anche tente critiche dai no vax per questo. Abbiamo portato la spesa alle famiglie con positività e impossibilitate a muoversi, andiamo in farmacia a prendere le medicine”.
E’ di questi giorni l’accredito dell’associazione alle liste delle associazioni che accedono ai fondi della comunità europea. “Stiamo diventando talmente grandi che la nostra è diventata una piccola azienda del bene”.
E dire che tutto era cominciato - lo ricorda il nome stesso - dal divertimento e dalla musica per beneficenza. “Ci divertiamo ancora oggi - non dimentica di sottolineare Davide Sergio Rossi - e torneremo presto a fare questo, spettacolo per beneficenza. Ho un incontro con il vicesindaco Tovo per fornire il nostro calendario primaverile, estivo e autunnale. Siamo fermi da due anni e mezzo e non vediamo l’ora di ricominciare. Innanzitutto con “Rovigo for Africa 10”, musica e Cabaret con i “Tanto par ridere”, per finanziare tre ospedali africani. Faremo anche un altro spettacolo che unisce Beatles alla musica classica. Porteremo Bandiera Gialla e i suoi show a Crespino a Rovigo e nei centri polesani”. E ci vuole una grande forza di spirito e tanto coraggio a sorridere e ballare in mezzo a tanta sofferenza.
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