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Editoria, contributi confermati. Lattanzio (Pd): “Intervento fondamentale”

"Così salveremo cooperative editoriali e piccole e medie testate, garantendo una reale pluralità dell’informazione"

Paolo Lattanzio (Pd)

Paolo Lattanzio, parlamentare Pd e membro della Commissione antimafia

Confermati i contributi alla piccola e media editoria, ed è soddisfatto il deputato del Pd, Paolo Lattanzio che, in una nota, ha dato conto delle scelte del governo e del parlamento e ha rivendicato il successo relativo al salvataggio delle misure finalizzate al sostegno dei giornali e delle piccole testate, specialmente locali, che assicurano l’applicazione del valore costituzionale del pluralismo. Tanto sui territori quanto, su scala più ampia, a favore delle minoranze e per un’effettiva loro tutela.

Sono molto soddisfatto perché siamo riusciti, nel decreto Milleproroghe, a mettere alcuni punti fermi sull’annosa e complessa situazione dell’editoria italiana. In attesa della riforma del settore, e in vista dell’urgenza di risposte ad un settore che sta pagando in maniera durissima la crisi causata dalla pandemia. L’emendamento che ho proposto, e che è stato approvato, proroga il contributo erogato alle cooperative editoriali e non profit anche per l’anno in corso, in considerazione della situazione di grave difficoltà in cui versa l’intero settore. E soprattutto conferma la cifra ai valori contributivi pre-pandemia”. Ma non è tutto perché Lattanzio evidenzia come, senza una misura diretta alle piccole testate, si rischiava il paradosso di lasciare i giornali più fragili ed esposti alle conseguenze economiche della crisi. Per il deputato, dunque, era necessario proteggere, in maniera decisa, il patrimonio di piccole e medie testate del comparto editoriale italiano. “Questo intervento è fondamentale per salvare le cooperative editoriali e le testate piccole e comunitarie, continuando a garantire una reale pluralità dell’informazione. I vari ristori, e da ultimo la legge di Bilancio, hanno previsto interventi per tutto il comparto editoria, per lo più nella forma di contributi indiretti ma solo per i grandi gruppi e con l’eccezione proprio di quelle ammesse al contributo diretto”.

Il paradosso è stato quindi che le cooperative editoriali e l’editoria no profit sono state le uniche a subire una riduzione di risorse, decisa nella prima legge di bilancio del governo Conte 1 e mai più cancellata anche se più volte spostata in avanti ‘nelle more’ della riforma del settore”. In pratica, le scellerate decisioni assunte al tempo del dimenticabilissimo periodo in cui Vito Crimi è stato sottosegretario con delega all’editoria, rischiavano di far esplodere le loro conseguenze nonostante tutti, persino nel M5s, ne abbiano praticamente sconfessato l’operato. “E’ evidente che siamo ancora in una fase emergenziale per il comparto dell’editoria e che la pandemia si è aggiunta a crisi industriali già in corso, che rischiano di minare un settore strategico per la vita democratica del Paese. A ciò si aggiungono le questioni di un precariato insostenibile e delle querele temerarie. Per questo, ritengo che l’emendamento approvato sia importante perché consente un’ulteriore tutela del pluralismo dell’informazione e il supporto ad un settore industriale in grossa difficoltà che però ha un valore fondamentale per la vita democratica del Paese”.

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