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Rovigo

"Mio fratello amava tanto questa città"

Le parole di Antonio, erede ed esecutore testamentario di Vincenzo Cappellini: il benefattore ha lasciato 10 milioni alla collettività

"Amava tanto Rovigo". Lascia 10 milioni alla collettività

ROVIGO - “Mio fratello era molto legato al territorio, voleva che Rovigo contasse di più, la amava tanto”. Parla l’avvocato Antonio Cappellini, fratello erede ed esecutore testamentario dell’avvocato Vincenzo Cappellini, che alla sua morte ha lasciato beni per circa 10 milioni di euro.

Il rodigino venuto a mancare lo scorso settembre a 87 anni ha deciso di lasciare in eredità milioni di euro a enti e associazioni a cui era particolarmente legato.

Tra questi, anche l’Accademia dei Concordi, che sarebbe il principale beneficiario del testamento di Cappellini, almeno sul fronte delle attività culturali. Alla Concordiana, l’avvocato avrebbe riservato qualcosa come il 30% di quanto destinato al mecenatismo, ma ci sono anche la Minelliana, due parrocchie e il Panathlon. Tutte associazioni di cui faceva parte.

“Noi stiamo espletando le volontà necessarie per finalizzare questo lascito - continua il fratello Antonio - Vincenzo era socio dell’Accademia dei Concordi da parecchi anni. Ho di recente visto la pergamena che rilasciano con la nomina a socio dei Concordiani ed era firmato da Alessandro Ubertone, papà degli avvocati Enrico e Massimo Ubertone. Quindi stiamo parlando davvero di anni e anni fa”.

E continua: “Mio fratello aveva molti interessi. E quello che sperava era che Rovigo facesse sentire la sua voce e quanto valeva. Considerava l’Accademia un ente di prim’ordine e voleva che si realizzassero i suoi progetti. Era anche socio della Minelliana e del Panathlon e amava frequentare i pomeriggi in cui c’erano incontri, convegni e discussioni”.

Nel testamento i beni conferiti sono stati divisi in lotti: un modo, tra l’altro, per renderne più agevole la gestione da parte di chi li riceverà, e soprattutto per favorire la cessione di quelli destinati agli enti culturali o filantropici, che - con tutta probabilità - hanno più interesse a monetizzare che non ad “accollarsi” la gestione di palazzi, terreni o imprese.

“I tempi sono lunghi - spiega ancora il fratello e legale - Infatti come esecutore ho messo i sigilli affinché venga effettuato un inventario per la stima dei beni e degli immobili. I beni dovranno essere monetizzati, a meno che qualcuno non chieda l’assegnazione dei beni immobili. I tempi dunque sono lunghi, poi, devo dire, ci si mettono anche le banche ad allungare ulteriormente i tempi. Non che ci siano debiti, per carità, ma di perde tempo”.

Alla fine di questo lungo iter, l’Accademia dei Concordi potrà contare su un tesoretto non da poco. “Noi cercheremo in tutti i modi che le sue volontà vengano rispettate, anche se nel testamento mio fratello non ha dato indicazioni specifiche sulla destinazione di questo lascito”.

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