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ADRIA

L'autodromo chiude i battenti e va all'asta: la fine di un'era

Il grido di dolore inascoltato degli operatori economici, mentre a Palazzo Tassoni tutto tace

L'autodromo chiude i battenti e va all'asta: la fine di un'era

ADRIA - Autodromo addio. L’atto finale dell’Adria international raceway porterà quasi sicuramente la data del 31 marzo prossimo quando si svolgerà la vendita all’asta dei beni mobiliari di Fm. Il passaggio all’asta è un atto scontato, ma a decretare la fine dell’impianto motoristico sarebbe la modalità dell’asta, ossia della messa in vendita anche dei beni del fondo per cui l’autodromo sarà in qualche modo “spolpato” come si usa in gergo in questi casi. Non rimarrà nemmeno un tavolo, un condizionatore, una telecamera, i fari, gli impianti. Resterà, quasi sicuramente, una scatola vuota destinata a diventare una cattedrale nel deserto.

Potrebbe esserci una speranza, simile a quella di quanti ogni tre giorni puntano di fare 6 al Superenalotto: un unico acquirente milionario che possa prelevare tutto e che possa mantenere intatta la struttura con l’intenzione di riprendere l’attività sportivo-motoristica. Soluzione possibile ma altamente improbabile, oltretutto resa ancor più complicata dalle pesantissime ripercussioni che sta avendo la guerra in Ucraina.

Sulla questione dell’autodromo si registra una mozione messa a punto dal capogruppo dem Sandro Gino Spinello e che porta la data del 6 marzo, probabilmente a conoscenza del precipitare della situazione.

L’ex sindaco parte dal prendere atto che “il blocco delle attività dell’autodromo Adria raceway è motivo di forte e giustificata preoccupazione dell’opinione pubblica e che tale chiusura è causata dalla esecutività di una sentenza della sezione fallimentare del Tribunale di Rovigo di una società che in epoche trascorse ha gestito la struttura. Inoltre l’inattività dell’autodromo stesso sta creando la pesante apprensione di molti operatori economici, in particolare, di quelli dei settori della ristorazione e della ricettività che hanno visto azzerati il loro introiti come è emerso in maniera chiara nell’assemblea pubblica tenuta il 22 febbraio scorso all’hotel Stella d’Italia”. Inoltre ricorda che “l’indotto collegato ad Adria raceway è sempre stato uno dei principali fattori di interesse economico del territorio”.

A questo punto Spinello rileva che “la controversia giudiziaria sorta tra i vari soggetti interessati si presenta particolarmente delicata e complessa e nel tempo breve non appare di facile soluzione ed è riconosciuta l’esclusiva competenza dell’autorità giudiziaria di decidere nel merito sulla controversia sorta”. Nello stesso tempo auspica “un pronunciamento di merito di Banca Italia che sarebbe in grado di dirimere buona parte della controversia giudiziaria”.

Allora l’esponente dem chiede che “le istituzioni di livello superiore a quello locale, ossia governo nazionale e regionale, di farsi concretamente carico di questa problematica che tanto decisiva è per le sorti dell’economia adriese e polesana e propone alla curatela fallimentare ed agli organi competenti di verificare la possibilità per arrivare in tempi brevi all’attivazione di una gestione commissariale provvisoria che consenta la ripresa delle attività di questo nostro parco motoristico, almeno nei settori economicamente più produttivi”.

Non è dato sapere se la proposta avanzata da Spinello sia ancora percorribile o meno, dal momento che è stata fissata la data della vendita all’asta nella modalità “spezzatino”. Tuttavia resta un dato di fatto: visto l’imbarazzante silenzio che si riscontra a Palazzo Tassoni si deduce che ogni azione intrapresa, che resta un mistero perché il sindaco Omar Barbierato non ha mai riferito nelle sedi istituzionali, se c’è stata è risultata vana. O peggio: il grido di dolore alzatosi da Adria dagli operatori economici, in particolare imprenditoriali e commerciali, non ha trovato riscontro perché la città vive sempre più nel suo civico isolamento.

Intanto nei prossimi giorni l’autodromo aprirà le porte per un sopralluogo a quanti sono interessati all’acquisto per quella che si annuncia come una melanconica passeggiata nella pista orfana del rombo dei motori.

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