VOCE
VENETO
11.03.2022 - 12:07
Tamponi per il coronavirus
Sono 2.592 i veneti che hanno messo a disposizione posti letto nelle loro case per i rifugiati ucraini. In tutto, sono 5.600 i posti disponibili nella nostra regione, frutto della sola solidarietà. “Una cosa unica”, ha detto ieri mattina Luca Zaia nel punto stampa nella sede della Protezione civile di Marghera dove, ormai, più che dell’andamento della situazione epidemiologica legata al Covid il governatore parla di crisi ucraina e accoglienza.
Senza, però, dimenticare i profili sanitari. Il governatore ha infatti annunciato che, proprio nel pomeriggio, avrebbe firmato un’ordinanza che lui stesso ha definito la “madre dell’emergenza”. “Nell’ordinanza - ha spiegato Luca Zaia - vengono disegnati diversi scenari: quando arriveranno, i rifugiati ucraini avranno l’obbligo di fare il tampone e gli verrà offerta la possibilità di fare il vaccino. Per ora siamo ancora nella fase di ricongiungimento familiare”.
Poi, per tutti loro, sarà poi attivato un percorso per offrire posti di lavoro. Lo stesso Zaia, infatti, ha dato incarico a Tiziano Barone, direttore di Veneto Lavoro, di “attivare un progetto di incontri periodici per mettere in contatto aziende e profughi disponibili a lavorare”.
Zaia ha poi riferito lo stato della situazione dei profughi ucraini in arrivo in Veneto. “Sono 2.592 i veneti che hanno chiamato il numero 800 990 009 e hanno messo a disposizione 5.600 posti letto, una cosa unica - ha fatto il punto, come detto, il governatore - è fondamentale dire ai cittadini che se hanno posto, una seconda casa, possono ospitare in maniera tutelata, facendo fare il tampone ai profughi. Le donazioni sul conto sono state 1.893 per 291mila euro”.
Secondo le stime del presidente del Veneto, nella regione potrebbero arrivare fino a 40-50mila profughi ucraini. Sulla questione dell’hub regionale l’unità di crisi sta lavorando. “E' un’emergenza continua di abbigliamento, farmaci, partono serpentoni di camion dal Veneto - ha poi detto Luca Zaia, intervenendo al congresso della Cisl regionale di Padova - i veneti sono straordinari, c'è anche chi si propone di portare aiuti di persona in Ucraina. Un altro segnale dell’importanza del volontariato nella nostra regione”.
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