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"Sì all'agrovoltaico, ma con alcuni paletti"

Arturo Lorenzoni, portavoce regionale dell'opposizione e docente universitario si schiera per il fotovoltaico sui campi

"Sì all'agrovoltaico, ma con alcuni paletti"

VENEZIA - “Bisogna mettere dei paletti ma non conviene a nessuno dire no a priori al fotovoltaico”. Arturo Lorenzoni, portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale veneto e professore di Economia dell'energia all'Università di Padova, parla del tema caldo che è stato discusso in Seconda commissione consigliare, dopo che il presidente Luca Zaia aveva ribadito che il fotovoltaico sui terreni agricoli non lo voleva nessuno, tesi condivisa da Coldiretti ma non da Confindustria, Confagricoltura e dalle associazioni ambientaliste con Legambiente in testa, oltre a buona parte dell'opposizione in Consiglio regionale del Veneto.

Un impianto fotovoltaico non impermeabilizza il terreno, non può essere assimilato al consumo di suolo – spiega Lorenzoni – ed è pure reversibile in tempi rapidi. La crisi russo-ucraina sta facendo emergere una criticità che conosciamo ampiamente dagli anni Settanta, ovvero una volatilità del prezzo dell’energia oggettivamente fuori controllo, che rappresenta un rischio insostenibile per la nostra economia”. "Le istituzioni, e nel caso specifico la Regione Veneto, sono chiamate ad accelerare la transizione energetica verso un sistema libero dai combustibili fossili - aggiunge - il fotovoltaico a terra non deve essere impedito, piuttosto indirizzato verso soluzioni ragionevoli e compatibili con la tutela del paesaggio, a cominciare dagli spazi già urbanizzati come i parcheggi”. “Integrare produzioni agricole e produzione di energia è desiderabile sia per gli agricoltori che per i consumatori - conclude Lorenzoni rispetto al cosiddetto 'agrovoltaico' - va creata una chiara consapevolezza nei consumatori, i quali possono essere i protagonisti dell’indipendenza energetica del Paese".

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