VOCE
Arci solidarietà rovigo
07.04.2022 - 18:45
ROVIGO- Tornare a studiare, trovare un lavoro, ricostruire la propria vita e riuscire ad aiutare la propria famiglia, questi i sogni nel cassetto di Noor, una giovane donna afghana arrivata in questi giorni in Italia, per ricevere asilo e sostegno, grazie al progetto di Arci Solidarietà.
“La nostra ospite è arrivata da Kabul il 15 marzo - racconta Donata Tamburin, presidente - e nei prossimi giorni verrà accompagnata per effettuare le operazioni necessarie a chiedere lo stato di rifugiata, in quanto scappa da una situazione di pericolo”. Attraverso un corridoio umanitario gestito all’interno del progetto ‘Call for Afghanistan’, la giovane è riuscita ad uscire dal paese, spostandosi prima in Qatar per poi arrivare in città.
"Ho 26 anni - spiega in inglese - sono laureata in scienze politiche e lavoravo all’ufficio passaporti di Kabul da 4. Il mio sogno era proseguire gli studi facendo un master, la mia vita era come quella di ogni giovane della mia età, ma tutto è cambiato quando sono tornati al potere i Talebani”. Il loro ritorno, dopo la partenza dell’esercito americano, ha significato una regressione del paese che ha colpito tutta la popolazione impattando pesantemente soprattutto su quella femminile.
“Non ci era più concesso uscire o andare semplicemente a lavoro - dice - Per un periodo a me e al mio collega era stato concesso di tornare a lavorare, perché c’era bisogno di qualcuno per il tipo di mansione che svolgevamo, ma venivamo trattati molto male. Tra gli altri obblighi mi era anche stato imposto di indossare il burqa, invece del tradizionale hijab”.
La sua famiglia, invece, è rimasta a Kabul, e di lei Noor riesce ad avere pochissime notizie. “Sono molto preoccupata per loro - afferma - ho paura che qualcuno possa fargli del male. Riusciamo a sentirci ogni tanto, ma dopo l’arrivo dei talebani hanno dovuto fuggire in un’altra zona dove internet non c’è e quindi le comunicazioni sono molto difficili. In questo momento nessuno di loro ha potuto tornare a lavorare, a mia sorella è stato vietato andare all’università e piange ogni giorno, mia madre è malata”.
Alla domanda se esiste una speranza che possa ricongiungersi alla sua famiglia la donna abbassa la testa. “Siamo una famiglia troppo numerosa, oltre a mio padre e mia madre ho altre 4 sorelle ed un fratello. Lui a sua volta ha 7 figli, siamo in troppi, non sarebbe possibile per loro fuggire dal paese - spiega - tornare in Afghanistan per me è impossibile, e comunque non vorrei mai farlo finché ci saranno al comando i Talebani”.
Noor ora è ospite di Arci Solidarietà e ha intrapreso un percorso per imparare l’italiano e tornare presto a studiare e lavorare. “Vorrei fare un master e trovare un lavoro, ad esempio come designer - conferma sorridendo - vorrei riuscire ad aiutare la mia famiglia che è il mio pensiero ogni giorno”. Nonostante la preoccupazione Noor afferma di essere felice di aver avuto questa opportunità. “Qui sto bene, non mi sento un’estranea anzi, mi sento come in famiglia”.
Il progetto ‘Call for Afghanistan’ è stato attivato grazie al sostegno economico di una chiesa buddista, che ha donato parte del suo 5 per mille. “Il piano iniziale era di portare in Italia 50 persone, le prime stanno arrivando in questi giorni - spiega Tamburin - Per la città di Rovigo era prevista l’accoglienza di due donne o di mamme con bambini, lei è la prima ad essere arrivata sin qui. Coloro che arriveranno avranno bisogno di assistenza per ricostruirsi una vita qui Italia, dal riconoscimento dei loro titoli di studio per poi accompagnarli alla ricerca di un lavoro, che gli permetta di essere autonomi e mantenere le proprie famiglie. Il progetto si finanzia grazie ai 5 per mille dei cittadini, chiediamo a tutto coloro che potranno farlo, di contribuire per aiutare più possibile queste persone”, conclude.
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