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OMICIDIO SUL PO

Oltre alla testa, mozzate anche le mani: emergono nuovi, terrificanti dettagli

L'identificazione del cadavere appare sempre più complicata, e ancora nessuna denuncia di scomparsa compatibile con la giovane donna

Uccisa, fatta a pezzi e messa in un borsone lanciato in acqua

OCCHIOBELLO - Emergono, nuovi, tremendi particolari. Particolari che, però, potrebbero essere importanti, a fini investigativi, per chiarire il giallo di Santa Maria Maddalena. Dove, nel fiume Po, all'altezza del parco della Rotta, è stato trovato il cadavere di una donna, di circa 30 anni, caucasica, mutilato e chiuso in un borsone.

Il borsone era a pochi passi dalla riva, incastrato tra alcune pietre, rese affioranti dalla eccezionale siccità del periodo. E' stato un manutentore di Aipo, a lanciare l'allarme, notando quella borsa e, soprattutto, avvertendo il puzzo tremendo che ne emanava. Sul posto sono arrivati i carabinieri che, appena compreso di cosa si trattasse, hanno portato tutto all'obitorio di Rovigo, con il corpo ancora nel borsone. L'autopsia ha consentito di chiarire che si tratta di una giovane donna, di età massima di 30 anni, morta a causa di ferite da arme da taglio, circa due settimane prima. Arma ancora da identificare, comunque.

Oltre alla testa, risultano mozzate anche le mani. Una macabra operazione eseguita sicuramente post mortem. Lo scopo appare evidente: quello di evitare l'identificazione. Particolari che possono fare pensare - ammesso che l'omicida abbia fatto ragionamenti di questo livello - che la vittima sia una persona che si supponeva non conosciuta in zona, tanto che la sua assenza potesse passare sostanzialmente inosservata. Come, in effetti, a oggi è stato: nessuna denuncia di scomparsa e nessuna segnalazione compatibile.

In questo contesto, allora, è evidente come tagliare sia la testa, "cancellando", oltre al volto, segno identificativo per eccellenza, anche i denti, sia le mani, possa complicare di molto il lavoro degli investigatori.

Dal cadavere è stato estratto il Dna, che ora sarà confrontato con quelli censiti nelle banche dati delle forze dell'ordine. Se presente un codice genetico analogo, la corrispondenza emergerà senza dubbio. E con questa anche l'identità. Altrimenti, il giallo resterà fitto e con una opzione di soluzione in meno.

Resta da chiarire, infine, dove il delitto sia stato commesso. E dove il borsone sia stato lanciato nel Po. Al momento, non ci sono certezze. Mano a mano, però, che i collegamenti con i casi di cronaca nazionale, spesso avventatamente ipotizzati, svaniscono, si fa strada l'ipotesi, con annesso il timore, che la matrice del delitto possa essere locale.

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