VOCE
Occhiobello
13.04.2022 - 10:08
ROVIGO - Tre capi di abbigliamento: pantaloni, camicetta e giacca leggera. Dall'aria vagamente hippy, si sarebbe detto un tempo, "etno" si sarebbe detto poi, ma che fanno venire in mente una giovane ragazza piena di voglia di vivere, un'immagine che mal si concilia con l'ambiente nel quale sono stati fotografati: l'obitorio di Rovigo, dove sono finiti, ancora addosso a quel che resta di quella ragazza: un cadavere decapitato e con le mani amputate, chiuso in un borsone, poi lanciato nel Po.
Sono gli ingredienti dell'orrendo episodio di cronaca venuto alla luce a Santa Maria Maddalena. Qui, infatti, a pochi passi dalla riva, nel Po, all'altezza del parco della Rotta, un manutentore Aipo ha trovato un borsone, bloccato tra un gruppo di pietre reso affiorante dalla siccità di questi giorni, eccezionale negli ultimi decenni. I carabinieri sono arrivati, hanno aperto il borsone, hanno capito e lo hanno richiuso, rinviando le analisi a un momento successivo e a un luogo più attrezzato.
L'autopsia ha regalato alcune certezze: il corpo è quello di una ragazza di razza caucasica, tra i 25 e i 30 anni, morta al massimo da due settimane al momento del ritrovamento, uccisa con un'arma da taglio, ancora da identificare nel dettaglio, e alla quale sono state tagliate testa e mani, post mortem. Un evidente tentativo di complicare, o rendere impossibile, l'identificazione.
Il Dna è stato estratto. Ora, si tratta di capire se emergeranno compatibilità con i dati contenuti nelle banche dati delle forze dell'ordine. Non è scontato. Quello della sfortunata ragazza potrebbe non essere mai stato censito. E, allora, questi vestiti possono diventare fondamentali. Nessun uomo - e nessuna donna - è un'isola. Nessuno può vivere senza avere contatti con altre persone, senza scambiare mai due parole, senza essere visto.
Qualcuno avrà visto quella povera ragazza senza nome, qualcuno la avrà incrociata per strada, magari le avrà aperto una porta per farla passare, avrà ricevuto un pagamento in un negozio. E, in effetti, quei vestiti sono particolari. Restano in mente. Chi li riconosce, allora, chiami i carabinieri al 112. Può essere importante. Potrebbe addirittura essere l'unica chance.
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