VOCE
Siccità
14.04.2022 - 19:46
L'inquietante immagine della secca del Po
ROVIGO - La lunga ed articolata seduta di ieri dell’Osservatorio permanente sulle crisi idriche, convocata dall’Autorità Distrettuale del Fiume Po-Mite, che ha unito tutte Regioni del distretto, le Agenzie di monitoraggio meteo e i portatori di interesse pubblici e privati in un approfondito confronto e scambio di utili informazioni sullo stato idrologico dell’area padana, proietta un contesto ancora estremamente deficitario per ciò che attiene alla quantità di risorsa idrica presente estimata.
Le più recenti precipitazioni sparse sono risultate per lo più deboli e poco incisive sugli indicatori tecnici, tali da non modificare le risultanze dell’Osservatorio precedente, quando l’attesa delle imminenti piogge lasciava maggior possibilità di contrastare il fenomeno che ha caratterizzato l’inizio di questo difficile anno di stress idrico. Le portate del Grande Fiume restano sotto le medie storiche in quasi tutte le stazioni di rilevamento; i grandi laghi Alpini non hanno innalzato, se non solo sensibilmente, le proprie capacità di invaso; la produzione di energia idroelettrica, in questo momento di necessità, è pressoché ferma oa singhiozzo, mentre la gran parte del comparto agricolo, giocoforza, è stato costretto a far slittare le semine di due settimane confermando ad oggi un dato di prelievo di acqua a scopo irriguo ai minimi storici.
Nel Delta il cuneo salino risale pesantemente per oltre 10-12 km dalla Costa Adriatica e costringe i Consorzi di bonifica locali (Delta Rovigo) a chiudere quasi completamente il prelievo di derivazione, limitandosi alle poche ore di bassa marea. Anche l’emergenza idropotabile, compensata dall’invio di autobotti, che riguardava alcuni comuni Piemontesi oggi tocca anche territori lombardi nel Varesotto e Bresciano. Il segretario dell’Autorità del Fiume Po, Meuccio Berselli, ha convocato una nuova seduta dell’Osservatorio il 6 Maggio prossimo: “I dati sono assai negativi e riguardano tutti gli indicatori delle zone esaminate. Le previsioni stimate ci consegnano due possibili perturbazioni in arrivo, una prima più leggera ed una più incidente a cavallo del 25 aprile, per questo faremo subito un bilancio ai primi giorni del mese di maggio per verificare se il quadro complessivo sarà migliorato e quali ulteriori provvedimenti prendere e concertare con le amministrazioni regionali oltre a quelli già adottati”.
E proprio tra quelli già adottati spiccano le decisioni di Lombardia, Emilia-Romagna e dello stesso Piemonte, in talune aree, di applicare anticipatamente il Dmv estivo con conseguente possibilità eventuale, caso per caso, di derogarne il valore. Il fine è quello di accumulare in questo frangente la maggiore quantità di acqua possibile per poi averla adisposizione nei periodi più caldi tenendo conto che le previsioni di medio e lungo periodo ci proiettano uno scenario di una estate lunga e molto calda durante la quale queste scorte saranno presto destinate ad esaurirsi in mancanza di compensazione. Alcune notizie che arrivano dalle singole regioni confermano il trend descritto e approfondito nella parte tecnica.
In particolare la parte di Veneto che rientra nel bacino del Po, provincia di Rovigo e Delta, denuncia una mancanza latente di risorsa, intrusione delle acque salmastre e impossibilità di avviare la pratica irrigua a beneficio delle colture locali. Si sottolinea l’importanza di trattenere meno acqua a monte per non inasprire il fenomeno a valle fino al Delta. Anche il Canalbianco riesce ad alimentare la capacità idrologica di soli 6 m/c al secondo, quantità che non muta gli scenari.
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