VOCE
Rovigo
14.04.2022 - 09:18
ROVIGO - "Da qualche giorno abbiamo conferma che il porto di Ravenna è pronto ad ospitare ben 106 navi da crociera. Si tratta di circa 160mila turisti che anziché visitare Venezia e dintorni, visiteranno Ravenna e la Romagna. E’ immediato, da parte nostra, il collegamento con i problemi del porto veneziano". Con queste parole la federazione di Rovigo del Partito socialista italiano stigmatizza la situazione dei porti veneziani.
"Anni fa, infatti, era stato oggetto di studi progettuali da parte dell’onorevole Paolo Costa che tenevano conto anche della economia fluviale padano veneta nella quale è inserito pure il Polesine - ricorda il Psi - anticipando i tempi, Costa aveva previsto la esigenza di realizzare una Piattaforma a Mare che avrebbe dovuto risolvere i problemi legati alla delicatezza del contesto artistico veneziano oltre che evitare le conseguenze di scavi innaturali per la realizzazione di canali nella laguna. Qualcuno, dopo di lui, accantonò la grande idea progettuale che teneva anche conto del Mose e riuscì anche a far cambiare destinazione ad alcuni finanziamenti che erano stati previsti".
"Oggi, dopo aver preso atto, purtroppo, del rallentamento delle 'toccate' e del dirottamento di molti scali a Chioggia esiste il fondato pericolo per 5mila posti di lavoro oltre che per decine di crisi aziendali - sottolinea il Psi - ecco, allora, riprendere quota l’idea di costruire un nuovo porto in mare aperto con un concorso internazionale di idee. Riprende quota, in pratica, l’idea di costruire quella Piattaforma a Mare ipotizzata da Costa, ma con 15 anni di ritardo. Si prende atto finalmente che questo è l’unico modo organico per risolvere i problemi di Venezia e delle economie collegate. Nel frattempo hanno riscosso vantaggi le economie di Trieste e di Ravenna che hanno capito in tempo la ghiotta opportunità per le città e per i territori circostanti".
"Ecco i motivi per cui più volte il Psi aveva sollecitato Regione e Comune di Venezia per il recupero del progetto 'Costa'. Una certa miopia ha cestinato i nostri appelli ed ora, che i buoi sono scappati dalla stalla, si tenta di rincorrere le buone idee organiche che già quindici anni fa avrebbero consentito di evitare quel ritardo progettuale che sta costando non poco all’economia veneziana e polesana - conclude il Psi - ma, allora, a cosa serve l’idrovia padano veneta? Solo la realizzazione della Piattaforma a Mare potrà essere stimolo per vitalizzare l’economia fluviomarittima. Ma il Polesine può restare ancora a guardare?".
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