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Rovigo

La Confraternita della polenta e il segreto dei mais sudamericani

I risultati sorprendenti illustrati nel convegno organizzato in Accademia dei Concordi

La Confraternita della polenta e il segreto dei mais sudamericani

ROVIGO - Si è tenuto nella prestigiosa Sala degli Arazzi dell’Accademia dei Concordi di Rovigo un interessante e quanto mai attuale convegno dal titolo "Le nuove frontiere del mais, la nutraceutica del cibo fonte di salute", organizzato congiuntamente dalla Venerabile Confraternita della Polenta di Villa d’Adige 1554, dall’Accademia dei Concordi di Rovigo e dall’Accademia dei Georgofili di Firenze. Dopo i saluti istituzionali del padrone di casa, Giovanni Boniolo, che ha illustrato la storia di questa Accademia, fino alle recenti attività, è seguito il saluto di Giuliano Mosca, presidente della sezione Nord-Est dell'Accademia dei Georgofili, già docente emerito di Coltivazioni erbacee della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Padova, che ha sottolineato l’importanza delle colture di mais come fonte di energia, smontando le tesi di chi accusa il mais di essere un cereale dissipatore di acqua.

Sono poi seguiti i saluti di Ivo Romanini, presidente della Confraternita della Polenta di Villa d’Adige 1554 che ha ringraziato Boniolo per aver ospitato il convegno e Mosca, che già in occasione dell'Epo 2015 di Milano aveva presentato il volume "Il mais nella storia agricola italiana iniziando dal Polesine". Al termine del suo intervento Romanini ha dato la parola al relatore, Paolo Valoti, già direttore della Banca del Germoplasma dell’Istituto di Maiscoltura del Crea di Bergamo, ringraziandolo per la sua preziosa collaborazione, nel seguire in questi ultimi tre anni le prove in campo da parte della Confraternita, a confronto con le antiche varietà di mais che erano coltivate in Veneto con varietà di mais boliviane e messicane.

Valoti ha iniziato il suo intervento evidenziando l’importanza della coltivazione nella storia e nella tradizione dei popoli dell’America centro meridionale. L’arrivo del mais nel vecchio continente con la scoperta dell’America e la diffusione avvenuta nell’arco di un secolo. La prima coltivazione intensiva di mais era stata riportata e descritta da un cartografo della Serenissima Giovan Battista Ramusio, già nel 1554 in località Villabona, attuale Villa d’Adige nel comune di Badia Polesine. Si è poi passati alla presentazione dei dati ottenuti da un progetto di ricerca internazionale che coinvolge l’Italia, il Messico e la Bolivia che interessa alcune delle migliori varietà di mais che saranno impiegate in questo nuovo settore: la nutraceutica, parola che nasce dall’unione delle parole ‘nutrizione’ e ‘farmaceutica’ e che indica i principi attivi e i componenti degli alimenti che hanno effetti positivi sulla salute. Lo scopo è quello di ottenere varietà di mais che contengano un alto contenuto in antociani e altri composti vegetali bioattivi, valorizzando le loro proprietà antiossidanti, utili per la lotta alle infiammazioni croniche ed in particolare contro i tumori.

Si è soffermato sulle varietà messicane Azul e sulle varietà boliviana Morado ed in particolar modo su quest’ultima che ha mostrato qualità straordinarie. Le varietà Azul e Morado nelle prove effettuate in campo dalla Confraternita della Polenta hanno evidenziato una notevole incremento di sviluppo delle dimensioni della pianta e della pannocchia rispetto agli habitat di origine, dovuti al diverso fotoperiodo e alla diversa fertilità dei terreni. Per quanto riguarda le antiche varietà di mais venete, si è avuta la conferma del loro potenziale produttivo per la varietà Pignoletto d'oro e Nostrano dell'isola, le stesse varietà da cui Antonio Fioretti creerà dal loro incrocio il famoso Marano vicentino. Al termine dell’esposizione Valoti sono seguiti puntuali interventi da parte dei presenti.

Giovanni Boniolo ha chiuso il convegno ringraziando i presenti ed il relatore, e gli organizzatori, sottolineando come in questa giornata  l’Accademia dei Concordi sia tornata alle sue origine, alla Stagione dei lumi, alla metà del ‘700, quando le Accademie decisero di abbandonare gli studi letterari per dedicarsi allo studio delle scienze e dell’Agronomia, in particolare, soffermandosi sul ruolo avuto dal "presidente" di quei tempi il Canonico Conte Girolamo Silvestri, padre dell’Estimo agrario. E infine alla “Venerabile Confraternita di Villa d’Adige 1554” che come mission non ha solo la promozione del mais e del suo piatto principe , la polenta, ma anche le nuove frontiere  della ricerca e applicazione: nel nostro caso la nutraceutica che si spera possa dare in futuro nuove opportunità di reddito ai maiscoltori.

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