VOCE
Rovigo
21.04.2022 - 20:11
ROVIGO - E' al via in questi giorni la stagione del riso in Veneto, che vede le superfici concentrate per il 90 per cento tra la provincia di Verona (2.160 ettari) e quella di Rovigo (670 ettari), con una produzione di nicchia nel Vicentino a Grumolo delle Abbadesse. Le intenzioni di semina potrebbero risentire del perdurare della siccità. Secondo il sondaggio dell’Ente nazionale risi, nel Veronese è prevista una riduzione della superficie coltivata a riso del 2,37 per cento, proprio per il timore che non ci sia acqua a sufficienza per la produzione.
“Tra i produttori c’è preoccupazione perché non piove e non c’è neve accumulata in montagna che possa garantire riserve d’acqua – sottolinea Filippo Sussi, presidente del settore risicoltori di Confagricoltura Veneto - nei prossimi giorni sono attese piogge, ma dovranno essere consistenti per garantire la giusta idratazione e non creare problemi durante la stagione. Il calo delle semine previsto non è, tuttavia, legato solo al meteo, ma anche ai prezzi competitivi degli altri cereali, che stanno spingendo alcune aziende agricole a scegliere mais o soia piuttosto che il riso. Comunque c’è chi ha già iniziato a seminare con la tecnica interrata a file, che si fa in asciutta. Altri partiranno in maggio con la semina in sommersione, che esige acqua e un clima più caldo. Il dato positivo riguarda i prezzi, che al momento si stanno mantenendo alti anche in virtù della scarsità del raccolto della scorsa annata. Il Vialone Nano è attualmente battuto a 100 euro a quintale, mentre il Carnaroli è a quota 80 euro. I margini sono, tuttavia, ridotti dal rialzo dei costi di produzione, raddoppiati per quanto riguarda la concimazione e triplicati per quanto riguarda energia e gas”.
Su questa stagione pesa, inoltre, l’incognita delle importazioni da Cambogia e Myanmar. “Da tre mesi è scaduta, infatti, la clausola di salvaguardia che aveva imposto, negli ultimi tre anni, un dazio sul riso indica importato in Europa dal Sud-Est asiatico – spiega Sussi -. La tregua è finita e capiremo a fine anno quali saranno gli effetti sulle nostre produzioni locali e sui prezzi”. Secondo i dati di Veneto Agricoltura la superficie coltivata a riso si è mantenuta costante, con 3.100 ettari regionali di cui 2.160 ettari nel Veronese, prevalentemente a Vialone Nano igp, e 670 in Polesine, dove il fiore all’occhiello è il Riso Delta del Po igp, che offre le varietà Carnaroli, Arborio, Baldo e Volano.
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