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Rovigo

Morti sul lavoro, l'allarme arriva dalla diocesi

Il vescovo Pavanello invoca sicurezza: “Senza tutela delle risorse umane non c’è impresa e non c’è economia”

ROVIGO - La piaga dei morti sul lavoro. E’ stato questo il focus dell’incontro, organizzato dalla commissione pastorale sociale e del lavoro, giustizia e pace e salvaguardia del Creato della diocesi di Adria-Rovigo ponendo una riflessione sul tema del lavoro, in quest’anno dedicato al dramma delle morti in quest’ambito che, quasi ogni giorno, si verificano in tutto il territorio nazionale.

“Quello dei morti sul lavoro è senz’altro un argomento che chiama in causa il senso di responsabilità di chi riveste le pubbliche funzioni. Ogni morto sul lavoro è un colpo sulla coscienza di tutti e soprattutto di chi, a vario titolo, svolge attività economiche e produttive. La prefettura, seppur non abbia la possibilità di un intervento diretto, crede nel coordinamento tra uffici di tale ambito e favorire ogni utile occasione di condivisione”, l'intervento del prefetto di Rovigo Clemente Di Nuzzo.

Il prefetto ha poi sottolineato come sia in programma, per il prossimo 5 maggio, una riunione di coordinamento con uffici preposti in tale materia, i rappresentanti mondo lavoro e le sigle sindacali al fine di trovare un protocollo d'intesa per un lavoro più sinergico tra le parti.

Infine, il vescovo Pierantonio Pavanello ha sottolineato: “Vorrei cogliere il legame tra tema sicurezza e il modo in cui concepiamo il lavoro. La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa la custodia delle risorse umane che hanno un valore inestimabile agli occhi di Dio e del vero imprenditore. Il problema, quindi, non è solamente di natura normativa e disciplinare ma più in profondità è legato alla concezione che si ha del lavoro. Solo una concezione del lavoro che mette la persona al primo posto rispetto al lavoro stesso fa crescere la tutela della sicurezza dei lavoratori”.

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