VOCE
Polesella
07.05.2022 - 17:47
POLESELLA - Andare oltre i confini comunali per programmare il futuro dell’assistenza agli anziani nella nostra provincia. E’ quanto emerso, ieri, nel convegno organizzato da Autonomie locali italiane del Veneto, a villa Morosini a Polesella, intitolato “Next generation anziani: presente e futuro delle Rsa in Veneto (e in Polesine)”. Un’occasione di confronto - con i vertici dell’assistenza regionale e provinciale - per fare il punto sullo stato della residenzialità per anziani alla luce della situazione post pandemica, riflettendo anche sulle buone prassi e sulle prospettive future del settore.
A relazionare su queste tematiche sono stati il direttore dello Uoc disabilità e non autosufficienza del distretto 1 dell’Ulss 5 Polesana Paolo De Pieri, che ha posto l’accento sulla qualità delle strutture; il presidente Uripa Roberto Volpe, che ha offerto una fotografia della situazione della residenzialità in Veneto; il sindaco di Bosaro nonché direttore del Ciass di Ariano Daniele Panella, con la sua relazione sull’invecchiamento della nostra provincia e l’offerta di servizi residenziali; ed Elisabetta Barbato, direttore del centro anziani di Castelfranco Veneto, che ha rivendicato la necessità di praticare un apporto umanistico nella cura dell’anziano. A moderare gli interventi, il direttore della Voce di Rovigo Pierfrancesco Bellini.
A fare gli onori di casa, invece, è stato il sindaco di Polesella e vicepresidente di Ali Veneto Leonardo Raito. “Abbiamo voluto riunire qui, nella splendida cornice di villa Morosini, tutto il Veneto per parlare di anziani: un argomento - ha detto Raito - su cui va fatta una seria riflessione e che non va assolutamente tolto dalle agende della politica perché c’è la necessità di riflettere su quali siano le buone prassi e la programmazione da fare negli anni a venire per quanto riguarda la terza età”.
Interventi per i quali “servono soldi - ha sottolineato ancora Raito - che si potranno recuperare con gli investimenti previsti dal Pnrr. Ma dobbiamo metterci in testa che il sistema dell’assistenza pensato negli anni Ottanta è ormai superato, e che è tempo di fare una riflessione seria e condivisa, a livello di amministrazioni, per superare le difficoltà”. La ricetta? “Ragionare su scala più ampia: bisogna stringere sinergie e unire le forze perché da soli si fa poca strada. La frammentazione, anche in provincia di Rovigo, è troppo spesso stata un limite che non possiamo più permetterci”.
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