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Economia

Banca del Veneto Centrale, solidità e radicamento sul territorio

Presentato dal riconfermato presidente Marangoni e dal direttore Bonatto il bilancio appena approvato

LONGARE - Fiducia dei clienti, radicamento nel territorio, ringiovanimento della struttura, digitalizzazione e specializzazione. Sono le parole chiave della Banca del Veneto Centrale, che lunedì scorso ha approvato il bilancio di esercizio 2021 (17,1 milioni di euro) e, dopo il rinnovo delle cariche sociali, ha confermato alla sua guida Gaetano Marangoni. Il riconfermato presidente, e il direttore generale Mariano Bonatto, hanno parlato del lavoro fatto nella Bcc, partendo dai tre anni dell’ultimo mandato e immaginando il prossimo futuro. “Ci sono due direttrici fondamentali che la banca segue - le parole del presidente - da una parte solidità e fiducia, costruita da soci e clienti, cresciuta nei numeri e nei risultati. Dall’altro versante il radicamento nel territorio, a partire dalla fusione con RovigoBanca di certo azzeccata. E la riconferma di Lorenzo Liviero come vicepresidente vicario, testimonia questo consolidamento”.

Si parlava di numeri, e quelli della Banca del Veneto Centrale sono molto significativi. “Sono numeri importanti - sottolinea il direttore Bonatto - esprimono la fiducia che la banca dà al territorio: 1,5 miliardi distribuiti a famiglie e imprese, il 95% nelle aree di competenza della bcc. Dall’altra parte siamo contenti della risposta che il territorio ci dà, una fiducia che vale 3,2 miliardi di euro, cosa che ha saputo garantire valore, solidità, ricchezza e patrimonio a banca, soci e clienti”.

Una bcc che guarda al futuro anche dagli occhi dei giovani. “Nell’ultimo bilancio abbiamo rettificato una posta per quasi 5 milioni di euro per il ricambio generazionale - afferma il direttore Bonatto - oggi lavorare in banca ha modalità e condizioni diverse rispetto al passato. Ci sono più consulenza, diversificazione e servizi e, con le due aggregazioni della nostra bcc con l’ex Bassano e l’ex RovigoBanca, il numero di dipendenti è stato impattante per la struttura. Ma con questa scelta, abbiamo messo in moto un ricambio generazionale importante con la sostituzione di cento risorse con altre più giovani. E dobbiamo solo ringraziare chi ha concluso il suo percorso di lavoro perché ci ha fatto diventare quelli che siamo. Certo, ci sarà meno esperienza ma più competenza”.

La Banca del Veneto Centrale è così pronta a proseguire con il confermato consiglio di amministrazione, che potrebbe trovarsi a ridiscutere di una nuova aggregazione con una delle tante “sorelle”. “L’idea di sposarsi è un’idea che piace sempre, la nostra banca si presenta di fronte a una possibile unione dando delle certezze a chi avremo di fronte - conclude Marangoni - grazie a una dotazione patrimoniale, all’organizzazione moderna e al saper governare il processo del credito. Per questo guardiamo con fiducia a una possibile aggregazione, ma è altrettanto vero che si tratta di strade imprevedibili. Ciò che possiamo fare è rimanere pronti a raccogliere le opportunità che il territorio ci metterà in evidenza, se faremo un’altra fusione, e immagino sarà possibile, porterà ulteriori offerte valide per la clientela e i soci, sia nel credito che nella loto tutela personale”.

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