VOCE
CSV PADOVA ROVIGO
26.05.2022 - 11:28
Le associazioni di Padova e Rovigo del Csv si sono incontrate sabato scorso per una mattinata di lavoro e di condivisione di obiettivi e strategie, dopo aver raccolto i bisogni e le mancanze che esprime il territorio in termini di accoglienza.
La provincia di Padova all’11 maggio risulta la provincia con il maggior numero di persone ucraine in fuga dalla guerra con 2.668 persone ospitate - circa il 30% delle presenze totali in Veneto - di cui 1.037 in età scolare. La provincia di Rovigo conta 875 presenze complessive sul territorio di cui 270 minori. Oltre il 75% di queste persone sono ospitate in famiglie e in appartamenti della rete Cas con una dislocazione prevalente nei due comuni capoluogo ma allo stesso tempo con una diffusione di piccoli nuclei in diversi comuni delle due province.
Se da un lato l’accoglienza diffusa è il modello che sta aiutando a garantire nel migliore dei modi l’accoglienza e l’inserimento delle persone nel tessuto della comunità, dall’altro lato pone alcuni problemi di ordine logistico anche al mondo del volontariato, che tanto si sta prodigando per garantire l’inclusione sociale di donne, uomini, bambine e bambini.
Il Consiglio Direttivo del Csv di Padova e Rovigo che, fin dalle prime fasi, è all’interno dei tavoli Cpospin entrambe le province, per facilitare la messa in rete delle progettualità e delle azioni in corso e in fase di programmazione ha avviato un tavolo di coprogettazione a cui hanno risposto, per la prima fase, 33 associazioni equamente distribuite tra Padova e Rovigo.
I principali bisogni. Le associazioni hanno rilevato i seguenti bisogni a cui è necessario dare risposta:
* Prima accoglienza, accesso ai servizi e accoglienza a livello di comunità
* Opportunità di inclusione sociale
* Cura (prendersi cura dei bisogni primari fisici e psicologici, inserimento nella comunità in cui si è inseriti, supporto nel disbrigo delle pratiche quotidiane)
* Mediazione culturale e linguistica
Le principali mancanze.
* trasporto: chi alloggia fuori dai maggiori centri, molto spesso si trova impossibilitato a partecipare ad attività di socializzazione, alfabetizzazione o, più in generale, alle iniziative promosse dalle associazioni di volontariato su tutto il territorio provinciale. La mancanza di collegamenti con mezzi pubblici e di servizi adeguati di trasporto rendono difficile accedere ai servizi sanitari, formativi e alle opportunità di lavoro.
* scarso coordinamento generale tra i servizi - anche tra quelli offerti e gestiti dal Terzo Settore - e una difficoltà nel reperire informazioni aggiornate e chiare.
Le idee progettuali. Le volontarie e i volontari che hanno partecipato attivamente ai lavori di gruppo di sabato mattina hanno fatto emergere le seguenti linee progettuali e obiettivi specifici su cui ora saranno invitate a progettare singole azioni di risposta in coordinamento tra loro:
● inclusione socio-culturale, valorizzando le competenze e le esigenze specifiche di ogni persona, mettendo in rete le attività e favorendo attività che valorizzino le relazioni e la socializzazione
● curare e prendersi cura attraverso lo sviluppo di capacità di ascolto, formazione specifica, una mappatura dei servizi in ottica di coordinamento
● costruire una rete fattiva di associazioni in grado di operare con spirito di collaborazione, condivisione e trasparenza reciproca;
● contribuire alla diffusione della cultura della pace, dell’ascolto e dell’accoglienza.
Tutte le associazioni di Padova e Rovigo saranno invitate ad un ulteriore incontro che si svolgerà online il 31 maggio alle 18 e successivamente ciascuna associazione potrà presentare le proposte di attività in risposta ai bisogni e alle priorità emerse. Il Csv di Padova e Rovigo si intesterà i costi per un investimento di 100.000 euro.
Per Luca Marcon - presidente del CSV di Padova e Rovigo “Il percorso di coprogettazione nasce dall’esperienza e dalla spinta emotiva che CSV e associazioni stanno vivendo con l’emergenza Ucraina ma vuole andare oltre. Il Consiglio Direttivo del CSV si è chiesto cosa si poteva fare per dare risposte coordinate per favorire un clima di accoglienza e inclusione per tutti. La strada scelta, che rappresenterà sempre più il futuro delle attività del CSV, è quella della coprogettazione. Quella che è nata sabato è una vera e propria ‘start up’ sociale, destinata a crescere nel tempo, sia in termini di attività che di associazioni coinvolte. Coprogettare significa accettare la sfida di far emergere dal contesto e valorizzare un capitale sociale articolato, esteso, inedito. Un capitale sociale che derivi dalla somma generativa dei contatti, delle relazioni di fiducia, dei rapporti di tutte le organizzazioni coinvolte”.
Marinella Mantovani, vicepresidente del CSV di Padova e Rovigo afferma “Il percorso di co-progettazione che è iniziato la scorsa settimana mira non solo ad approfondire i bisogni che gli ospiti ucraini sperimentano quotidianamente ma, anche, a proporre soluzioni efficaci per contribuire ad incidere positivamente sulla risoluzione di questi bisogni. Non solo: questo percorso co-progettuale, che abbiamo voluto chiamare “Comunità Accoglienti”, vuole contribuire, insieme a tutto il mondo del volontariato, a diffondere e far radicare la cultura dell’accoglienza e della solidarietà nei confronti di tutte le persone in situazioni di difficoltà, che scappano dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla fame. Speriamo di poter avviare un percorso di lungo respiro che possa fare del padovano e del Polesine una vera comunità accogliente”.
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